Ernesto Carbone nasce a Cosenza il 25 giugno del 1974. Si laurea nel 1998 all’Università degli studi di Bologna facoltà di giurisprudenza. Nel 2002 si iscrive all’Ordine degli Avvocati. E’ stato vice Capo di gabinetto al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali; Membro dell’Unità per la trasparenza del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali; Presidente e Amministratore Delegato di SIN spa; Consigliere di amministrazione della Fondazione BING BANG, direttore nazionale dell’associazione Red di Massimo D’Alema. Alle elezione politiche del 2013 viene eletto deputato per il Partito Democratico nella circoscrizione III Lombardia. Di recente ha firmato una legge che va ad estendere la Legge Mancino in materia di omofobia e discriminazione razziale, e una legge che vieta che venga fatta pubblicità sui giochi d’azzardo anche quelli che sono praticati online. Ernesto Carbone lo si può definire un nomade: nasce a Cosenza, studia a Bologna e vive a Roma. Nel corso della sua carriera ha abitato in diverse città con qualche esperienza all’estero. Ora lavora nella capitale ma porta nel cuore la sua Calabria. Della sua terra gli mancano i colori, i profumi, l’ospitalità della gente, mentre non sente per niente la mancanza dell’ndrangheta. Ernesto Carbone ha iniziato a fare politica nel modo più tradizionale, a scuola facendo sentire la sua voce soprattutto nei consigli d’istituto. Per lui un vero leader è chi pensa alle generazioni future, e non ha paura di dire la verità, perché nulla è più sovversivo della verità. Non ha sogni nel cassetto, perché i suoi sogni li porta tutti con sé e li vuole realizzare al più presto. Non si ricorda quale sia stata la prima volta che ha avuto paura, ma ha paura tutte le volte che prende l’aereo. Si emoziona quando sua figlia lo abbraccia, ma gli dà fastidio quando la piccola lo chiama “papi” perché gli ricorda qualcosa che non gli piace. La sua battaglia più importante è stata quando si è occupato della gestione di una società pubblica: in pochi mesi è riuscito a risparmiare 65 milioni di euro. La sua canzone preferita è “Caruso” di Lucio Dalla. L’articolo della Costituzione che preferisce è il secondo: “La Repubblica garantisce e riconosce i diritti violabili dell’uomo”. A Ernesto Carbone gli piace molto la parola “riconoscere” perché spiega che i diritti sono connaturati alla dignità delle persone e queste sono inviolabili anche dallo Stato. Alla domanda: “Se dovesse convincere in indeciso a votare PD cosa direbbe”? Ernesto Carbone ha le idee chiare in proposito. Il suo slogan è: un’Italia più libera, più onesta, più pulita perché ora gli italiani si meritano quest’Italia. Per Ernesto Carbone il PD è un panda con gli artigli, una lunga estate dopo un freddo inverno, un’orchestra perché a lui non piacciono i solisti. La notizia più stravagante che riguarda Ernesto Carbone è che da un sondaggio è risultato essere il quinto politico più affascinante del momento. Piace alle donne per il suoi modi gentili e educati, per la sua voce sempre pacata e rassicurante, piace alle mamme perché personifica la figura del figlio perfetto, quello che tutti i genitori vorrebbero avere a loro fianco, è apprezzato dai politici per la sua ambizione e il suo senso di responsabilità. Per anni è stato il braccio destro di Paolo De Castro (prodiano) e soprattutto uno dei giovani del centrosinistra molto apprezzato e valorizzato da Romano Prodi. Nel 1998 il professore lo scelse come suo assistente alla “Commissione europea” e nel 2006 venne scelto sempre da Prodi come responsabile della “Fabbrica del programma”. Oggi fa parte della squadra di Renzi e potrebbe essere uno dei prossimi Ministri del nuovo governo.