Tra i possibili candidati in lizza per il ministero della Cultura, è spuntato anche il nome di Paolo Mieli. Personaggio ed esponente di rilievo del mondo culturale e in particolar modo del giornalismo italiano, è noto soprattutto per essere stato per molti anni, e a più riprese, direttore del Corriere della Sera. Nato nel 1949 a Milano, ha iniziato fin da giovanissimo a lavorare nel mondo del giornalismo, collaborando però a quei tempi con L’Espresso, presso la cui testata resterà per circa una ventina di anni. Da giovane fu portatore di idee di estrema sinistra, muovendosi nell’ambito delle lotte sessantottine, ma con il tempo si spostò invece su posizioni più moderate, fino al 1992, quando appunto approdò al Corriere della Sera, dopo aver però fatto esperienza lavorando in altre importanti testate quali La Stampa e la Repubblica. In questi anni ha affinato il suo peculiare modo di scrivere per il quale è riconoscibile ancora oggi, e che è definito appunto “mielismo”. Come direttore del Corriere della Sera, riuscì a dare una nuova linea editoriale e anche grafica al giornale milanese, aumentandone la già grande popolarità e riuscendo anche a traghettarlo oltre momenti molto delicati della storia italiana, come il periodo di Tangentopoli. Mieli sarà al Corriere fino al 1997, diventando direttore del gruppo editoriale RCS. Nel 2003 fu per un breve periodo presidente della Rai, per poi tornare al Corriere l’anno successivo. Ebbe alcune divergenze di opinioni nel 2008 con l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi, tanto che fu nuovamente rimosso dall’incarico di direttore del giornale, tornando al gruppo RCS nel 2009. Nel corso della sua carriera, Mieli ha portato avanti i suoi studi anche in materia storiografica, dando vita a numerose importanti pubblicazioni tra le quali Storia della Prima Repubblica, nel 2006, e più recentemente I conti con la storia, pubblicato nel 2014 dalla Rizzoli Editore, dove parla soprattutto del pregiudizio meridionale.



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