“Pd e Nuovo Centro Destra sono incompatibili su tutti i principali temi di attualità politica. Approviamo una nuova legge elettorale e poi andiamo al voto”. E’ l’appello del senatore del Pd, Felice Casson, il quale spiega di “non avere ancora deciso se voterà o meno la fiducia al governo Renzi”. Quello di Casson non è un mal di pancia isolato all’interno del Pd, sono diversi i senatori ad avere espresso malcontento per la nuova linea del segretario del partito. In un’intervista il deputato Pippo Civati, candidato alle primarie contro Renzi, aveva dichiarato:”Non c’è nessuna mozione Civati. C’è una decina di parlamentari, soprattutto al Senato, che sono in difficoltà. Non ho mai parlato di scissione. Ho solo segnalato che c’è qualcuno che la fiducia, magari, non la vota”.
Senatore Casson, quali sono i motivi del suoi imbarazzo e dissenso nei confronti del Pd?
I miei sono motivi scritti, indicati chiaramente nel documento della direzione nazionale del Pd nel quale si afferma che si vuole andare avanti con la stessa maggioranza fino al 2018. Ciò implica un cambiamento di linea con il quale non sono d’accordo, ed è per questo che ho votato no al documento della direzione.
Perché ritiene che si tratti di un cambiamento in peggio?
Perché quella tra Pd e centrodestra doveva essere una coalizione d’emergenza limitata nel tempo, e in questo modo diventa invece una coalizione di legislatura la cui valenza politica è di gran lunga superiore.
Quale limite temporale ritiene che vada posto alla coalizione d’emergenza?
Ritengo che basti il tempo necessario per approvare la legge elettorale, e che subito dopo si debba andare alle elezioni. Le riforme costituzionali sono molto più complicate, e penso che non ci sia il tempo per arrivare a questo traguardo.
E’ davvero possibile fare le riforme istituzionali senza un’intesa tra i moderati di destra e di sinistra?
L’utilizzo della categoria dei moderati è soltanto fuorviante. Il Partito Democratico è alternativo al centrodestra, e quindi è possibile unire le forze finché persiste una situazione d’emergenza, ma non certo per un periodo lungo come quello di una legislatura ordinaria.
Che cosa rende incompatibili Pd e centrodestra?
Tutti i temi di maggior rilievo a cominciare da giustizia, lavoro, sicurezza sul lavoro, legalità, conflitto d’interessi, diritti, immigrazione. Ogni volta che si discute di questi argomenti vengono alla luce delle profonde divisioni.
Lei è fautore di un rigoroso bipolarismo?
Il bipolarismo di per sé è una formula vuota se si prescinde dai contenuti. E’ su questi ultimi che bisogna ragionare, con l’obiettivo di verificare le posizioni.
Voterà la fiducia al governo Renzi?
Questo è prematuro dirlo. Vedremo che cosa succede.
Lei quale legge elettorale auspica?
L’Italicum ha bisogno di alcune profonde correzioni. Il sistema migliore è quello del doppio turno di collegio. I limiti della riforma elettorale proposta da Renzi sono il modo in cui sono state impostate le soglie di sbarramento, l’assenza delle preferenze e le liste bloccate. Avrei per esempio previsto una soglia nazionale, e non a livello di collegio, sia per quanto riguarda lo sbarramento sia per il premio di maggioranza.
Sui temi della giustizia, quale incompatibilità vede tra Pd e Nuovo Centro Destra?
Il Nuovo Centro Destra ha sempre trattato i temi della giustizia da un punto di vista personalistico, mettendo al centro interessi singoli e particolari, anziché tentare di dare risposte al mondo della giustizia e del carcere nel suo complesso. Non è un caso che sulle tematiche relative alla giustizia Ncd e Forza Italia abbiano votato sempre insieme.
Pd e Ncd possono andare d’accordo almeno sui temi del lavoro?
No. Le proposte di Maurizio Sacconi sui temi del lavoro sono certamente incompatibili con la visione del centrosinistra.
(Pietro Vernizzi)