“Il governo Renzi è diverso da tutti quelli che lo hanno preceduto perché anziché su una sola si basa su una doppia maggioranza. Da un lato c’è l’accordo con il Nuovo Centro Destra, ma dall’altra c’è l’intesa con Berlusconi sulle riforme”. Guido Gentili, editorialista del Sole-24 Ore, commenta così l’esordio di Renzi da premier. Ieri il nuovo presidente del Consiglio ha parlato alla Camera dei Deputati, dove ha ottenuto la fiducia con 378 sì, 220 no e un astenuto. “L’Italia non può arrivare in Europa con la stessa piattaforma di problemi che ha da anni, perché se vogliamo che l’Europa che immaginiamo possa essere messa profondamente in discussione nel semestre, dobbiamo arrivare con le cose fatte”.



Gentili, che cosa ne pensa del discorso di Renzi e di chi lo ha accusato di non avere un programma chiaro?

Se Renzi voleva mandare il segnale che è in corso una svolta per il Paese, l’obiettivo è stato centrato. Renzi ha svolto la parte di Renzi ed è stato se stesso fino in fondo. La percezione è che c’è un presidente del Consiglio che ha 39 anni e che riesce a parlare non solo alla classe politica, ma anche al Paese. Questo significherà poi specificare di volta in volta come intenda raggiungere i risultati che si è prefisso, e su questo lo potremo giudicare solo con i fatti.



Eppure il premier non è stato in grado di fornire numeri e cifre sui suoi interventi…

Per ciascuno dei punti del suo programma Renzi dovrà specificare come troverà le risorse, a partire dalla manutenzione delle scuole e dalla riduzione del cuneo fiscale, nonché per ciò che riguarda i provvedimenti sul mercato del lavoro. Il primo obiettivo di Renzi era però quello di dare l’idea che sta cambiando qualcosa sul ponte di comando della politica italiana, e credo ci sia riuscito.

Questa maggioranza reggerà per l’intera legislatura, o l’obiettivo dei parlamentari è quello di andare avanti fino alle Europee o al massimo al 2015?



Da questo punto di vista si apre un ventaglio di possibilità, anche perché la politica italiana ci ha abituato non da oggi a grandi sorprese. Sappiamo delle condizioni in cui è nato questo governo e dell’esistenza di una sostanziale doppia maggioranza. Da un lato ci sono infatti i partiti che sostengono il governo Renzi, e che erano già alleati a tempo del governo Letta. C’è però anche una maggioranza più larga, la quale si è formata sul terreno delle riforme istituzionali in seguito all’accordo tra Renzi e Berlusconi. Renzi ha di nuovo ribadito a chiare lettere che intende procedere su entrambi i terreni, cioè sia su quello dell’attività di governo sia su quello delle riforme, e in particolare sulla riforma della legge elettorale.

Quali sono i principali ostacoli che Renzi incontrerà lungo questo percorso?

E’ indubbio che Renzi incontrerà delle forti resistenze sul suo cammino. Tutti vogliono di fatto una riforma della legge elettorale, ma qualcuno vorrebbe che ciò non avvenisse nei tempi previsti e in modo rapido. E’ uno dei temi su cui potranno svilupparsi degli eventuali conflitti. Se i partiti dovessero mettere degli ostacoli sulla strada di Renzi verso le riforme, il presidente del Consiglio è già pronto a buttare le carte all’aria. Il suo messaggio potrebbe essere: “Signori, non mi fate fare le riforme, non mantenete gli impegni presi e quindi andiamo al voto”.

 

Questa prospettiva resta sempre sul terreno. Come vede il rapporto tra Renzi e Berlusconi?

Il discorso è stato impostato da Renzi in modo chiaro fin dall’inizio. Per quanto riguarda la legge elettorale che sta alla base del confronto politico, si fa il massimo dello sforzo per trovare degli accordi su regole che sono condivise e che valgono per tutti. Da questo punto di vista non mi ha meravigliato l’accordo tra Renzi e Berlusconi e ritengo che rappresenti un passo positivo.

 

(Pietro Vernizzi)