È indignata, Irene Pivetti. E non usa mezzi termini: gli attacchi degli ultimi giorni alla presidente della Camera, Laura Boldrini, sono per il suo predecessore “animaleschi” e “sessisti”, oltre che “indegni di un paese civile”. Ma l’ex pupilla di Umberto Bossi, che giovanissima ricoprì il ruolo oggi della Boldrini (aveva appena 31 anni), va ben oltre, e rimarca in questa chiacchierata le differenze enormi del panorama politico di ieri e oggi.



Onorevole Pivetti, che idea s’è fatta della questione Boldrini?
Stiamo assistendo ad attacchi vergognosi, direi animaleschi, che non sono degni di un Paese civile. Molto prima dell’offesa alle istituzioni, vorrei rimarcare che si tratta di una bassa istigazione all’odio, al disprezzo e all’aggressione. Una cosa mai vista.



Il Movimento 5 Stelle dice che la presidente della Camera non è imparziale: lei che ne pensa?
La Boldrini ha fatto una scelta chiara, che è pienamente nel suo potere. Se da un lato il presidente deve tutelare il diritto di tutti ad esprimersi, dall’altro deve anche fare in modo che l’ostruzionismo non blocchi il diritto di un Paese ad avere delle leggi. Io nel merito del provvedimento non entro, ma sono certa che la Boldrini ha fatto quello che doveva fare perché è inaccettabile bloccare l’Aula così come le commissioni.

I grillini parlano di attentato alla democrazia.
Ma figuriamoci. La modernità si è data i Parlamenti come strumenti decisionali e, anche se sappiamo che sono imperfetti, ad oggi non ci sono alternative. Se ne hanno, le propongano.

A proposito di “ghigliottina”, la presidente Boldrini dice che l’ha applicata perché altrimenti sarebbe scattata la seconda rata dell’Imu, e quindi ha fatto così gli interessi degli italiani: che ne pensa di questo giudizio più politico che istituzionale?
È una dichiarazione rilasciata nel corso di un’intervista, e quindi magari va contestualizzata, ma credo che il clima fortemente surriscaldato di questi giorni non possa che consentire un’indulgenza.

Come donna, e come ex presidente della Camera, si sentirebbe di dare qualche consiglio alla presidente Boldrini?
Nessun consiglio ma tutta la mia solidarietà. Probabilmente sul piano politico le nostre idee non coincidono, ma non posso non osservare come si dedichi con grande forza alla sua funzione. E quindi merita davvero molto rispetto, e per questo solidarizzo con lei: gli insulti che ha ricevuto sono oggettivamente sessisti. Se al suo posto ci fosse stato un uomo, tutto questo linciaggio non sarebbe successo, ne sono certa.

Lei era espressione di un partito di protesta, la Lega: vede qualche analogia con i giorni nostri?

Assolutamente no. Nel senso che anche se eravamo un partito dai toni coloriti, le nostre idee erano chiarissime: lavoravamo per un sistema alternativo, fatto di bipolarismo e, soprattutto, di federalismo. Poi, purtroppo, su questo punto non abbiamo ottenuto quello che volevamo, ma è un dato di fatto che la nostra rivoluzione mirava a cambiare le cose, sostituendo un sistema con un altro.

Beppe Grillo invece?
Grillo è un nichilista: non ha contenuti e non ha proposte, e quindi si rifugia nel dileggio e nell’insulto. Qui sta la grande differenza tra la protesta di ieri e quella di oggi: noi sapevamo dove volevamo arrivare, avevamo grosso ideali, mentre i 5 Stelle sono tutt’altra storia: perché figli di questa visione nichilista, mirano solamente a distruggere, e non hanno idee per costruire. Di questo vivono.

Cosa le rimane di quella sua esperienza di presidente della Camera?
Senz’altro fu un periodo bellissimo. Direi che fu qualcosa che non passa: anche se ho smesso di fare politica, mi è rimasto il senso di attaccamento alle istituzioni.

Una Pivetti innamorata dello Stato…
Esattamente, bella espressione! Da allora è cambiata la mia forma mentale perché una volta che si fa esperienza viva delle istituzioni, se ne rimane attaccati. Non come chi, oggi, vuole solamente buttare a mare quello che c’è senza proporre valide alternative.

(Piergiorgio Greco)