Il monito europeo all’Italia in tema di corruzione costituisce l’ennesima interferenza indebita dell’Europa nella vita istituzionale del nostro paese, trattato come se appartenesse a una categoria inferiore a quella cui apparterrebbero i paesi più progrediti.
Scendendo nel merito vanno fatti i seguenti rilievi: 1. questi moniti traggono origine da precise iniziative di alcuni deputati europei eletti in Italia, che lavorano in stretta sinergia con alcuni gruppi di magistrati appartenenti ad alcune Procure della Repubblica del nostro Paese.
2. Tali iniziative hanno una forte connotazione politica e hanno come scopo la destabilizzazione del nostro Stato.
3. La prosecuzione di tali iniziative dopo la caduta di Silvio Berlusconi conferma che esiste una strategia di larga portata, che intende impedire la formazione di una situazione di governabilità del Paese a tutto favore della prosecuzione di una “caccia” indiscriminata alla classe politica tutta intera. Ora ricomprendendo anche il presidente della Repubblica e la quasi totalità del Pd negli obiettivi della persecuzione.
4. Le cifre sbandierate sulle conseguenze economiche della corruzione in Italia e negli altri paesi sono prive della benchè minima attendibilità.
5. Il grande numero dei processi per corruzione dimostra la particolare energia e lo straordinario impegno con cui gli organi di investigazione e le Procure della Repubblica in tutta Italia perseguono questo reato, quasi sempre adottando misure cautelari custodiali ante processum.
6. In altri paesi, anche avanzatissimi, la corruzione emerge molto meno, perché non è perseguita dagli organi delle Procure, come accade, per esempio, in Francia, ove le Procure sono sottoposte al controllo del ministro della Giustizia.
7. Anche dove la corruzione è perseguita, non sono adottate misure custodiali preventive e le pene edittali e quelle irrogate sono molto inferiori a quelle previste e inflitte in Italia, come accade nella Repubblica Federale tedesca, ove le pene previste e applicate sono enormemente inferiori a quelle previste e praticate in Italia.
8. L’argomento della frequente prescrizione è una favola metropolitana agitata dai Procuratori della Repubblica per ottenere sempre più tempo per indagare, in dispregio del tempi previsti dal codice di rito per lo svolgimento delle indagini preliminari. È piuttosto vero che le Procure della Repubblica lasciano prescrivere molti reati minori, privi di interesse sociale e politico, per dedicare tutte le energie all’investigazione dei reati dei “colletti bianchi”, cosa che accade soltanto in Italia e non negli altri paesi d’Europa.
9. L’alto numero di processi per corruzione è legato all’uso invasivo dello strumento investigativo delle intercettazioni, che non è paragonabile all’uso molto più ridotto di questo mezzo negli altri paesi d’Europa.
10. Nel 2012 il governo Monti ha emanato una legge anticorruzione che ha visto, sul piano penale, l’aumento della misura delle pene e, sul piano amministrativo, una rigorosa rete di controlli e di contrasti alla corruzione dei funzionari. Molte altre cose si potrebbero dire sul tema. Bastino le osservazioni precedenti, che mettono in luce la falsità e la strumentalità di molti asserti, pretesamente neutrali, del “monito” europeo.