“La direzione del Pd di ieri doveva essere quella dello scontro tra Letta e Renzi, e invece è stata segnata dallo stringersi del patto tra i due leader. I sondaggi che danno Berlusconi in vantaggio con l’Italicum e il Pd costretto a rincorrere fanno sì che da questo momento qualsiasi successo del governo sarà anche una vittoria di Renzi”. E’ l’analisi di Piero Sansonetti, direttore de Gli Altri ed ex direttore di Liberazione, dopo che Renzi parlando alla direzione del Pd ha detto: “Con molta franchezza, trovo discutibili alcune reazioni di queste ore e giorni per cui forti di alcuni sondaggi con l’Italicum vince Berlusconi. Le elezioni si vincono o si perdono se si prendono i voti, non se si cambia sistema elettorale”.
Sansonetti, quali sono le vere intenzioni di Renzi in questo momento?
Renzi era convinto che l’Italicum gli avrebbe portato dei grandi vantaggi elettorali, ma poi con suo grande dispiacere ha scoperto il contrario. Ora si trova ad affrontare una campagna elettorale con la possibilità di perdere, e questo non se lo aspettava. Se così non fosse, non avrebbe detto quella frase sui sondaggi. Tanto è vero che dalle parole di Letta si percepisce che il premier si sente più sicuro e ha un vantaggio da questi sondaggi che vedono il Pd rincorrere Berlusconi.
Renzi vuole davvero fare le riforme, o vorrebbe esautorare Letta?
Probabilmente la sua idea iniziale era quella di andare alle elezioni il prima possibile. Siccome i sondaggi in politica contano molto, a questo punto potrebbero sconsigliarlo di fare questa mossa. Il segretario del Pd potrebbe aspettare un po’, vedere se Berlusconi sbaglia, si logora o arrivano altri processi al Cavaliere. In queste condizioni andando alle elezioni subito i sondaggi dicono che il Pd di Renzi rischia. Con l’Italicum non ci sono possibili recuperi, se vince Berlusconi poi il Pd dovrà passare cinque anni all’opposizione.
Quali sono le conseguenze di questo fatto?
E’ possibile che Renzi abbia cambiato i suoi calcoli e punti a tempi più lunghi sperando che Berlusconi si indebolisca. In questo caso Renzi non ha altre alternative se non sostenere Letta, e deve anche sperare che il premier riesca a fare le riforme e abbia dei successi, in quanto ciò può permettere al Pd di vincere le prossime elezioni. Non mi stupisce dunque che questa direzione, che doveva essere quella dello scontro tra Letta e Renzi, alla fine li veda andare d’accordo.
Che cosa vuole Renzi da Letta, e che cosa vuole Letta da Renzi?
Nello scenario precedente Renzi voleva soltanto che Letta si togliesse di mezzo. Oggi Renzi vuole che Letta faccia alcune riforme importanti che gli permettano di guadagnare consenso politico. Più consenso politico avrà Letta, più Renzi ci guadagnerà. Letta invece si aspetta da Renzi un suo forte appoggio politico. Cambia quindi lo scenario politico in quanto si allontana la prospettiva delle elezioni, e l’allontanamento di questa prospettiva porta la pace interna al Pd. Anche se dobbiamo tenere conto del fatto che Letta e Renzi sono entrambi “democristiani”, e quindi la sinistra del Pd non prenderà affatto bene lo stringersi del patto tra i due.
Intanto aumenta il pressing perché Renzi entri nel governo, direttamente o attraverso i suoi uomini. Chi ha da guadagnarci in questo gioco?
Far entrare Renzi serviva a Letta per avere maggiori garanzie sulla tenuta del governo. In parte questa mossa avrebbe inoltre logorato il segretario del Pd, il quale non avrebbe potuto fare una campagna elettorale dicendo che il governo non è il suo. A questo punto però il rimpasto non conviene più né a Letta né a Renzi. Tra un anno e mezzo, quando inizierà la campagna elettorale, il fatto di non dovere rispondere personalmente del governo, consentirebbe a Renzi di fare tesoro di tutti i successi di Letta e nello stesso tempo di non rispondere di tutti gli insuccessi.
Che cosa ne pensa dell’atteggiamento verso Grillo da parte di Letta?
Capisco che si voglia fare una legge elettorale escludendo il partito più forte dell’opposizione, come era avvenuto con il Porcellum, ma l’idea che il M5S debba accettarlo facendo buon viso a cattivo gioco mi pare eccessiva. Che Grillo reagisca alla legge elettorale che tende ad annientarlo rientra nei diritti civili, prima ancora che nei diritti politici.
(Pietro Vernizzi)