Con l’Italicum il centro destra vincerebbe le elezioni. Su questo concordano i maggiori istituti demoscopici. Ma se Berlusconi non è candidabile (in base alla legge Severino sulla quale si attende un pronunciamento della Corte di Strasburgo) chi sarebbe il leader del centro destra che vincerebbe le elezioni? Chi sarebbe il candidato proposto nei sondaggi? Toti, o Marina Berlusconi o chi altro? Senza Berlusconi la coalizione di centro destra si indebolisce molto. Difficile immaginare che il centro destra opti proprio ora per le primarie. Nel campo avversario Renzi ha lasciato intendere che non è così scontato che tutti i partiti di centro si alleeranno con la destra. Per Fabrizio Rondolino, giornalista e scrittore, bisogna però fare attenzione ai quei sondaggi. “Questi sondaggi si basano su un impianto proporzionale, secondo la miglior logica delle coalizioni della prima Repubblica. L’Italicum invece ha un forte impianto maggioritario”.



In base ai sondaggi, con l’Italicum il centro destra vincerebbe le elezioni. Ma chi sarebbe il leader dello schieramento visto che al momento Berlusconi non è candidabile? 

In parte è così. Però non è soltanto questo. Questi sondaggi si basano su un impianto, diciamo così,  proporzionale; a ciascuno viene chiesto che partito voterebbe e poi si sommano i partiti, secondo la miglior logica delle coalizioni della prima Repubblica. L’Italicum invece ha un forte impianto maggioritario, tant’è che prevede un secondo turno di ballottaggio e a quel punto uno solo vince. Questo innesca una dinamica elettorale completamente diversa.



Non sono attendibili i sondaggi che circolano?

Intendo dire che l’Italicum non soltanto tende a privilegiare i partiti maggiori ma tende a privilegiare i leader. Quindi mentre il leader del centro sinistra è noto, è Renzi, il centro destra – ma anche Grillo – non ha un candidato premier. Anche se per Grillo il problema si pone di meno perché è un testimonial: chi vota 5 Stelle non credo voti per un governo 5 Stelle, più che altro vuole mandare via gli altri. Il centro destra invece questo problema ce l’ha.

Berlusconi attende una riabilitazione dalla Corte di Strasburgo alla quale ha presentato ricorso contro la retroattività della legge Severino che lo ha fatto decadere. D’altro canto se nel centro destra si facessero le primarie chi sarebbero i candidati?



In realtà molto dipende dai tempi. Un conto è se si dovesse andare a votare presto perché la situazione precipita e ci fosse un voto in primavera o al più tardi in autunno. Se invece si vota tra un anno le cose cambiano. Anche perché da qui a un anno non siamo in grado di prevedere non solo quello che deciderà la Corte di Strasburgo, ma neanche cosa accadrà di tutti gli altri processi che vedono Berlusconi imputato: quello di Napoli che è iniziato in questi giorni, il Ruby ter sulla corruzione dei testimoni. Da questo punto di vista la situazione è abbastanza oscura e imprevedibile.

Se invece si votasse adesso?

Io punterei su Marina. Non perché sia la scelta migliore e condivisa da tutti, ma perché tutto sommato è la più semplice. 

 

In che senso più semplice?

 Nel senso che innescare un meccanismo di primarie nel centro destra, in assenza di un leader forte che le vinca, non servirebbe a nulla. E chi sarebbero poi questi candidati? Non saprei. Personalmente, se fossi un elettore di centro destra alle primarie voterei Cattaneo. Però non so quanti in Italia lo conoscano come anti-Renzi. Marina ha un nome e vincerebbe le primarie. In questo caso le primarie verrebbero utilizzate berlusconianamente per plebiscitare una scelta dall’alto, non per selezionare dal basso. 

 

Renzi ha lasciato intendere che non è così scontato che tutti i partiti di centro confluiscano a destra. È davvero così? Che alternativa avrebbero?

 Mah, la cosa davvero interessante è quando Renzi dice che i voti si prendono dagli elettori, dai cittadini, non dai leader di partito. Poi, per carità, a uso della legge elettorale, per raggranellare qualche voto in più si potrà inventare una lista centrista moderata o qualcosa del genere. Io non lo farei neppure. La forza di Renzi è lui stesso. Da solo vale sopra il 40%, assieme a Scelta civica un po’ di meno, con Sel ancora di meno. È la solita storia delle coalizioni includenti, del potere di ricatto dei partitini, eccetera. La forza innovatrice di Renzi sta proprio nel sovvertire questo schema.

 

Nell’altro campo, quello del centro sinistra è tutto sotto controllo?

(Ride, ndr). Nella sinistra non c’è mai niente sotto controllo, non sarebbe la sinistra. Mah, adesso ci sono questi quindici giorni (fino alla direzione nazionale del Pd in programma giovedì 20 febbraio, ndr) di fiato sospeso per capire cosa succederà. A quel punto Renzi, o il Pd, dovranno dire qualcosa sul governo. Io credo che si vada rapidamente verso la crisi. Naturalmente molto dipende da come ci si arriverà, senza una legge elettorale approvata come si fa? È molto complesso. D’altro canto la tensione tra Letta e Renzi va in qualche modo allentata.