L’effetto Renzi c’è eccome. Secondo il sondaggista Nicola Piepoli il Partito democratico – e l’intero centrosinistra – ha tratto sicuro giovamento dall’azione riformatrice di Matteo Renzi, che ha gode della fiducia del 60% degli italiani (dato destinato a salire di 1 o 2 punti percentuali dopo aver presentato ieri la sua agenda economica, che è piaciuta anche ai sindacati) ha a disposizione un bonus. Bisogna vedere quanto durerà: può rimanere disponibile fino al 2018 o “svanire subito” dice Piepoli. Fatto sta che, al momento, il centrosinistra è davanti al centrodestra: 38% contro 34-35%. Grillo invece si piazza al 18%.
È già stato registrato l’effetto del super mercoledì di Matteo Renzi. Anche i sindacati hanno promosso il suo piano economico.
Già esiste un effetto Renzi: uno che è al 60% di fiducia (più di Giorgio Napolitano) può dire, in un certo senso, quello che vuole e il suo contrario. 1 o 2 punti percentuali è possibile che li guadagni. E attenzione: con lui sale anche il Partito democratico.
Secondo lei Renzi si è mosso nella maniera migliore per conquistare l’elettorale? E quale fetta in particolare?
Si tratta di un elettorato non ben classificabile per la semplice ragione che Renzi ottiene favori non solo nel suo partito e all’interno della sua area politica, ma anche a destra. Il fatto che Berlusconi lo sostenga apertamente – la legge elettorale né è fulgido esempio – è chiaro che lo aiuta a raccogliere parecchi voti in quell’area.
Può perdere consensi il certe categorie invece? Quali?
No, Renzi guadagna soltanto consensi. A perderli, poi, c’è sempre tempo…
Veniamo ai numeri. Quanto vale, nonostante le alleanze non sono ancora stabilite, la coalizione di centrosinistra rispetto a quella del centrodestra?
In questo momento il centrosinistra è intorno al 38% (un dato piuttosto alto), mentre il centrodestra si attesta sul 34-35%.
Visto che con il Partito democratico c’è solo Sel, il Pd è quindi sul 35%?
Si, 34-35%, quanto tutto il centro-destra che è formato da vario partiti e a cui recentemente si è aggiunto anche Casini (stando almeno alle sue dichiarazioni).
Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Movimento 5 Stelle?
Forza Italia è attorno al 20%, il Nuovo Centrodestra vale un 5%, mentre i 5 Stelle sono al 18%, in sensibile calo rispetto alle ultime elezioni politiche, ma in linea con le ultime rilevazioni.
Stando alle stime attuali, se si andasse alle urne, non ci sarebbe il ballottaggio. Il centrosinistra trionferebbe al primo turno.
Attualmente è oltre la soglia del 37% accaparrandosi subito il premio di maggioranza, ma non è matematico che non si vada al ballottaggio.
Dice che questo bonus di cui gode Renzi può scemare con il passare del tempo?
Ora non è dato saperlo: può durare fino al 2018 o svanire in un battibaleno.
Le elezioni europee di maggio saranno una cartina di tornasole affidabile dei rapporti di forza? L’affluenza di solito è minore…
L’affluenza, in questo caso, è una bella incognita, più del solito. Uno dichiara di andare a votare e poi magari non ci va. Ma la situazione al momento è questa. Il Pd si è rafforzato grazie a Renzi e il centrosinistra è avanti.
(Fabio Franchini)