Berlusconi non si dà per vinto. Il suo braccio destro, Giovanni Toti, ha annunciato provocatoriamente che Silvio Berlusconi sarà capolista di Forza Italia alle elezioni europee di maggio. Un’uscita rafforzata su Twitter, dove il consigliere politico del cavaliere scrive: “Berlusconi in campo alle Europee…quanta paura ragazzi!!”. L’asse stretto con Matteo Renzi in quelle due ore e mezza di colloquio al Nazareno, sede romana del Partito democratico, tiene, ma per quanto? Qual è la strategia di Berlusconi? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Belpietro, direttore di Libero.
“Berlusconi si candiderà alle europee”. Come commenta l’annuncio-provocazione di Giovanni Toti?
Penso che quest’uscita, con forte valore di testimonianza, voglia ricordare a tutti come Berlusconi ci sia, come non sia certo sparito. Nonostante il 10 aprile possano decidere di metterlo ai domiciliari o di mandarlo ai servizi sociali, è il leader del secondo partito del Paese, nonché capo di una coalizione che potrebbe essere maggioranza. Berlusconi non si rassegna a essere stato cacciato dal Parlamento per via giudiziaria e ribadisce che si deve continuare a fare i conti con lui.
Ma non è comunque condannato, per forza di cose, a rimanere un po’ dietro le quinte lontano dalla luce dei riflettori?
Mica tanto. Dal momento in cui è stato messo fuori gioco è diventato l’interlocutore delle riforme e uno dei perni sui quali ruota non solo la legge elettorale, ma anche la riforma costituzionale che dovrebbe portare a una revisione del ruolo del Senato. Non mi sembra dunque che il suo ruolo sia marginale: continua a essere (e vuole essere) un protagonista della vita politica italiana, rappresentante di quell’elettorato moderato che negli ultimi 20 anni ha trovato in Forza Italia (e in mezzo nel Pdl), lo schieramento che interpretasse le proprie aspirazioni e progetti.
A proposito del rapporto con Renzi, il guinzaglio – se è giusto parlare di guinzaglio – c’è o non c’è? E quanto è lungo?
Dipende chi tira il guinzaglio e onestamente non l’ho ancora capito. Mi par di capire, in maniera molto realistica e non ideologica, che Renzi si sia reso conto che c’è una forza politica con cui bisogna fare i conti. Motivo per il quale se devi riscrivere le regole del gioco o immaginare dei percorsi, sei costretto a guardare verso quello schieramento. Fare la legge elettorale (e rivedere la Costituzione) soltanto con la maggioranza che compone il governo avrebbe portato solo a ripercorrere errori già fatti in passato dal centrosinistra.
Berlusconi al momento, nonostante qualche boccone amaro (si è detto deluso dall’Italicum), sembra abbastanza tranquillo. Fino a quando può durare questo accordo?
Per il momento tiene perché Berlusconi intravede in Renzi la persona che può realizzare quelle cose che avrebbe voluto fare lui: riforme del lavoro e taglio alle tasse in primis. Ma visto che prima era Berlusconi a proporre questi interventi allora non andavano bene, mentre adesso con Renzi si possono fare perché è uno di centro-sinistra alla quale la Cgil, per esempio, non si mette di traverso. L’accordo con Renzi sulla legge ha tenuto: Berlusconi ha fatto qualche concessione e non gli è piaciuta qualche cosa, ma alla fine l’Italicum – per quanto non mi piaccia – è passato per la soddisfazione di entrambi.
Ma non vede il rischio che questo asse si possa spezzare?
Beh, bisogna vedere cosa succederà, a partire dal momento in cui Berlusconi dovesse essere davvero collocato ai domiciliari piuttosto ai servizi sociali. Renzi continuerà a considerarlo un interlocutore? Se Berlusconi andrà agli arresti per 10 mesi (o quelli che saranno) sarà tagliato fuori dalla vita politica. Bisogna vedere cosa succederà dentro Forza Italia, se Renzi reggerà e se non avrà la tentazione di approfittare della situazione…
Si è spesso parlato di Marina alla guida di Forza Italia. Ora anche di Barbara. È una suggestione o un’ipotesi concreta?
Io fui uno dei primi a fare il nome di Marina: so per certo che era un’idea che frullava nella testa del Cavaliere. Berlusconi ci ha pensato e forse continua a farlo soprattutto se fosse costretto a rimanere fuori dalla competizione elettorale: l’idea di avere una Berlusconi – che sia Marina o Barbara – capolista in tutt’Italia lo rinfrancherebbe. Il suo nome verrebbe riaffermato. Però…
Però?
Mi pare di capire che la scelta di lanciare la candidatura per le europee sia un po’ sostitutiva di quest’ipotesi e che si vada in un’altra direzione. Del resto la nomina di Toti – che rappresenta un ponte ufficiale di collegamento tra Berlusconi e il partito – e il fatto che intenda candidarsi (per quanto non sarà possibile) è appunto sostitutivo di questo progetto “di famiglia”.
(Fabio Franchini)