Incostituzionale e più oneroso. La bocciatura di Roberto Calderoli, senatore della Lega Nord e ministro per la semplificazione normativa nella XVI legislatura, è totale: “Lo sbandierato risparmio del presidente Renzi si trasforma in ulteriori poltrone per più di 31mila persone: oltre 26mila consiglieri e 5mila assessori. Quando il personale dovrà essere ridistribuito tra comuni e regioni, colui che andrà alle regioni avrà un contratto regionale più alto”. In più, cozza con una “sentenza della Consulta che interviene a fermare la possibilità che il legislatore ordinario modifichi la durata delle cariche una volta che l’organo è stato eletto” e con la Costituzione: “contrasta con i diritti fondamentali della Costituzione circa la possibilità, per tutti, di fare politica, e non solo determinare fasce sociali”. L’obbiettivo di fondo di quest’operazione? Accentrare il potere nella mani dell’“uomo forte”…
Sul disegno di legge Delrio c’è lo spettro dell’incostituzionalità?
C’è una sentenza della Consulta, datata 2003, che interviene a fermare la possibilità che il legislatore ordinario modifichi la durata delle cariche una volta che l’organo è stato eletto, cosa che invece fa il ddl Delrio determinando lo scioglimento in anticipo del consiglio provinciale.
E per quanto riguarda i costi?
Altro che taglio… lo sbandierato risparmio del presidente Renzi si trasforma in ulteriori poltrone per più di 31mila persone: oltre 26mila consiglieri e 5mila assessori. Siamo al paradosso: quando poi il personale dovrà essere ridistribuito tra comuni e regioni, colui che andrà alle regioni avrà un contratto regionale più alto. Il risultato? Ulteriore incremento dei costi.
Un provvedimento che quindi non combatte l’anti e la mala politica?
Cavalca l’antipolitica, per farne derivare un proprio potere.
Qual è il progetto politico alla base di quest’operazione?
L’obiettivo principale è conquistare, attraverso le città metropolitane, enti locali che erano per la maggior parte in mano al centro-destra. Mi spiego: attribuendo le competenze al sindaco del comune capoluogo loro riescono, senza alcuna elezione, a prendere in mano territori amministrativi dalla coalizione loro rivale. Un esempio? Il presidente provinciale lombardo Podestà verrà immediatamente sostituito dal sindaco Pisapia, che nessuno ha votato: la provincia di centro-destra si troverà ad essere guidata dalla sinistra. In più…
Prego.
Cosa ancora più negativa è il fatto che – dando per scontato che l’indennità sarà equivalente a quella che uno già percepisce in ragione del suo mandato – sono totalmente privilegiati o i sindaci di grosse realtà (che percepiscono già un’indennità che gli consente il doppio incarico) o peggio ancora quelli che lo possono fare in ragione del loro reddito personale, cosa che contrasta con i diritti fondamentali della Costituzione circa la possibilità, per tutti, di fare politica, e non solo determinate fasce sociali.
Sono anni che si parla di abolizione delle province. Lei stesso ci aveva lavorato…
Nella passata legislatura, come ministro, portai un disegno di legge (che ora ho ripresentato da senatore) in cui si dice come le provincie vadano tolte dalla Costituzione e come tutte le funzioni di area vasta debbano essere disciplinate dalle Regioni.
La battaglia della Lega per la devolution affossata da un progetto che punta invece all’accentramento.
Le proposte in bozza su cui si sta concentrando il governo vedono tutte le materie previste dal terzo comma dell’articolo 117 (Potestà legislativa, Competenza concorrente di Stato e Regioni, ndr) venire riportate in capo allo Stato. Io credo realmente che stiamo scivolando verso il Ventennio. È tutto inutile, è tutto superfluo, quindi ci vuole l’uomo forte…
La sua è una bocciatura totale, dunque.
Senza farlo troppo vedere, per portare a casa una bandierina e ulteriore potere, stanno creando il caos, sperando che poi da questa confusione si senta la necessità di qualcuno che prenda in mano le redini. Mi sembra di rivedere, in piccolo, quello che precedette l’avvento di Mussolini e Hitler. Con il ddl Delrio non cambia niente: le province restano come prima. Cambia soltanto il metodo elettorale (ora indiretto) fatto apposta per favorire sfacciatamente la sinistra. Altro che leggi ad personam, queste sono leggi ad partitum.
(Fabio Franchini)