“Forza Italia vuole arrivare il prima possibile a una legge elettorale, per poi fare saltare il banco e andare alle elezioni”. E’ la denuncia di Alfredo D’Attorre, deputato del Pd che ha presentato un emendamento per limitare l’Italicum alla sola Camera dei deputati. Il premier Renzi ha già annunciato che il Senato sarà abolito, ma Renato Brunetta ha commentato negativamente l’emendamento di D’Attorre: “Cambiare la legge elettorale solo per la Camera creerebbe solo il caos, caos che la Corte costituzionale non potrà far altro che dichiarare illegittimo alla prima occasione”. Tra l’altro esiste già un emendamento all’Italicum firmato dal deputato del Pd, Giuseppe Lauricella.



Onorevole D’Attorre, quali passi avanti compie il suo emendamento rispetto a quello di Lauricella?

Mi sono limitato a riformulare lievemente un emendamento identico nella sostanza che era stato già presentato dai gruppi Sel, M5S, alcuni deputati del Pd, Lega nord, Centro democratico, Ncd, Fratelli d’Italia e Scelta civica. Il mio emendamento estende l’eliminazione del Senato al titolo della legge, definendo da subito il nuovo perimetro di applicazione. Può essere un’ipotesi di mediazione rispetto a quanto previsto da Lauricella, nel senso che consente comunque di approvare la legge e di non differirne l’entrata in vigore a una legislatura successiva.



Con quali conseguenze sul piano pratico?

Il mio emendamento obbliga a riformare il Senato e nello stesso tempo elimina il vincolo dell’Italicum, in quanto con il doppio turno e il ballottaggio rischia di riprodurre maggioranze differenti. Se si ritiene che l’entrata in vigore differita di una legge possa costituire un problema, come è stato obiettato da alcuni all’emendamento Lauricella, la mia ipotesi può rappresentare una soluzione.

Qual è il senso di escludere il Senato dalla legge elettorale?

Renzi si è presentato a Palazzo Madama affermando che era l’ultima volta che il governo chiedeva la fiducia al Senato. Il mio emendamento è quindi pienamente coerente con un quadro d’accordo che preveda il superamento del Senato. L’Italicum viene presentato in un pacchetto che comprende l’abolizione del bicameralismo, nell’ambito di un accordo politico con Forza Italia che si è impegnata su questa riforma. Se questo impegno è serio, dubito che Forza Italia possa sottrarsi, altrimenti è lecito nutrire qualche dubbio sulla sua serietà.



Lei ritiene che Forza Italia non voglia realmente una riforma della Costituzione?

Viste le reazioni nei confronti del mio emendamento e di quello di Lauricella, è lecito nutrire qualche dubbio.

 

Per Brunetta, “chi vuole legare la legge elettorale all’abolizione del Senato non vuole nessuna delle due cose”. Lei che cosa gli risponde?

Mi pare un modo abbastanza singolare di funzionare. E’ molto più logico pensare che Forza Italia voglia subito incassare una legge elettorale a lei favorevole e far saltare il banco per portarci a elezioni immediate, rimangiandosi l’impegno preso sulle riforme costituzionali.

 

Per modificare la Costituzione ci vuole un anno e mezzo. Il suo emendamento non rischia di mettere il carro davanti ai buoi?

No, l’accordo tra i partiti sulla legge elettorale è stato preso in un quadro che prevedeva anche l’abolizione del Senato. Italicum e abolizione del Senato “simul stabunt aut simul cadent”, stanno insieme o cadono insieme.

 

Se Forza Italia rimette in discussione gli accordi, voi che cosa farete?

Noi dobbiamo partire da un accordo nella maggioranza di governo, e vedere se si può estendere anche all’opposizione.

 

E’ possibile abolire il Senato senza Forza Italia?

Non è necessaria una maggioranza qualificata per modificare la Costituzione. E’ possibile farlo a maggioranza semplice, e qualora non ci sia una maggioranza dei due terzi è previsto un referendum confermativo.

 

(Pietro Vernizzi)

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