Un nuovo decreto legge che modificherà la storica legge Merlin, nota ai più per aver abolito le case chiuse, i cosiddetti bordelli, e aver impostato la regolamentazione della prostituzione in Italia. Il nuovo ddl vuole proprio superare la vecchi legge per via dei cambiamenti sociali dei tempi recenti e anche per le contraddizioni che presenterebbe, dicono i relatori del ddl. Non ci sarà il ritorno alle case chiuse, ma la liberalizzazione dell’esercizio della professione nella propria abitazione: “La prostituzione in sé non deve essere ritenuta un reato, e chi decide liberamente di prostituirsi in casa deve poterlo fare”. Ecco allora che si introdurrebbero una apposita autorizzazione a svolgere l’attività, il rispetto del vigente regime fiscale, individuazione di aree pubbliche dove esercitare la prostituzione a carico delle amministrazioni comunali. La Camera di commercio dovrà rilasciare un documento per svolgere l’attività; ci vorrà un certificato di idoneità psicologica da parte della Asl che attesti la libera volontà di svolgere la professione. L’autorizzazione costerà 6mila euro ogni sei mesi per chi la esercita a tempo pieno e 3mila per chi la fa solo part time. Non sarà dunque più punibile il proprietario di un immobile dato in affitto al cui interno venga svolta attività di prostituzione ma il pagamento dell’affitto non deve essere determinato dal tipo di attività che vi si svolge. Obbligatorio poi l’uso del profilattico.