“La riforma del Senato gode di un ampio sostegno da parte del Paese, ma Renzi si illude se pensa che il testo della riforma sarà approvato in Parlamento senza modifiche anche sostanziali che potrebbero alterarne la fisionomia”. Lo sottolinea Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, a proposito del disegno di legge di riforma costituzionale del Senato approvato dal consiglio dei ministri. Il premier Matteo Renzi ha commentato soddisfatto: “Mettiamo la parola fine ad un dibattito 30ennale. Voglio essere l’ultimo presidente del consiglio ad avere ricevuto il voto di fiducia dall’aula di Palazzo Madama”. Il presidente della Repubblica, Napolitano, ha evidenziato: “Non mi pronuncio sul contenuto delle riforme”. Mentre una nota congiunta di Renato Brunetta e Paolo Romani rivendica a nome di Forza Italia: “Noi rispetteremo fino in fondo gli accordi che abbiamo sottoscritto e siamo pronti a discutere tutto nel dettaglio, senza accettare testi preconfezionati, ma lavorando insieme per costruire le riforme migliori per il Paese”.



Che cosa ne pensa della volontà di Forza Italia di “rinegoziare” l’accordo?

Berlusconi vuole ricordare a Renzi che partecipa anche lui a questo processo di riforme, e che quindi il premier non dispone liberamente e a piacere dei voti di Forza Italia. Nel partito del Cavaliere c’è una certa irritazione per il fatto che al Senato si è deciso di procedere prima con il testo di riforma costituzionale, e poi con la nuova legge elettorale. Invece Berlusconi, come in molti sospettavano, è interessato esclusivamente alla legge elettorale per poter andare alle elezioni qualora una crisi lo rendesse necessario.



Quindi l’accordo potrebbe saltare?

Quelli di Forza Italia mi sembrano solo dei giochi, perché tutto sommato ormai è chiaro che andrà prima avanti il disegno di legge costituzionale, e Berlusconi vuole solo ricordare che va ascoltato. L’ipotesi di un nuovo incontro può diventare persino imbarazzante per Renzi, perché Berlusconi si avvicina ormai pericolosamente alla data in cui il tribunale di sorveglianza dovrà prendere una decisione sulla sua libertà personale. Escludo che Renzi possa incontrarlo per discutere di riforme costituzionali nel momento in cui il Cavaliere si trova agli arresti domiciliari o ai servizi sociali.



Che cosa farà Forza Italia al momento del voto?

Renzi sa di non poter dare per scontato il comportamento di Forza Italia sulla riforma costituzionale, che non è così blindata come quella elettorale. Con Berlusconi c’era stato un consenso comune ad avere una seconda Camera che non esprimesse più la fiducia al governo, passando quindi a un monocameralismo. Poi però nei dettagli, come sul numero di senatori eletti e sui compiti di Palazzo Madama, è una materia ancora aperta nonostante il ddl presentato dal governo, e che sarà risolta nel dibattito parlamentare.

 

Come valuta il comportamento di Napolitano, che ultimamente è sempre più in disparte?

A dispetto di quanti affermano che Napolitano avrebbe creato un regime presidenziale di fatto, nella realtà il capo dello Stato ha sempre dimostrato che quando il Parlamento parla il presidente tace. In questo momento c’è un disegno di legge del governo che sarà discusso dall’aula del Senato, e il capo dello Stato giustamente non sente il bisogno di intervenire. Sulla base dei suoi numerosi interventi pubblici, Napolitano ha fatto capire però che la Carta costituzionale ha bisogno di riforme, soprattutto per quanto riguarda il bicameralismo e il Titolo V.

 

Che senso ha dire da chi sarà composto il Senato se non sappiamo quali funzioni avrà?

Il governo ha scelto la strada di un Senato che non sia né eletto direttamente dal popolo, né indirettamente dalle Regioni, con competenze molto limitate. Possono però esserci altre soluzioni, come quelle prospettate dal presidente Grasso. Questi aspetti saranno lasciati alla dinamica parlamentare, Renzi non può dare per scontato che il testo che uscirà al Senato sarà identico a quello che il governo ha presentato. Anche perché si tratta di una legge costituzionale per la quale è prevista una doppia lettura di Camera e Senato, proprio per la necessità di una riflessione accurata nel momento in cui si tocca la Costituzione.

 

Che cosa ne pensa invece della questione dei senatori a vita?

Personalmente sono contrario all’idea di mantenere l’istituto dei senatori a vita, con l’eccezione ovviamente di quanti lo sono già. Ci sono due modelli di “camera alta”, il primo è quello britannico dove i lord sono tutti a vita. Non dovendo cercare la rielezione, non sono condizionati dall’esigenza di prendere voti e su questioni particolarmente delicate ciò equivale spesso a una grande libertà di pensiero. L’altro modello è il Bundesrat tedesco, i cui membri sono eletti dai Lander e quindi non sono a vita. Mescolare le due cose è una soluzione che non mi convince, la mia idea è che il modello migliore sia quello tedesco con senatori scelti dalle regioni per rappresentare un’altra parte elettorale.

 

(Pietro Vernizzi)