Per Silvio Berlusconi è arrivato il tanto sperato via libera all’affidamento in prova ai servizi sociali. Il procuratore generale di Milano Antonio Lamanna ha infatti accolto la richiesta degli avvocati del leader di Forza Italia di poter scontare ai servizi sociali la pena rimanente (10 mesi e 15 giorni) relativa al processo Mediaset per frode fiscale, in cui l’ex premier è stato condannato in via definita a 4 anni di reclusione. L’ultima parola spetta ora al Tribunale di Sorveglianza di Milano, che non si esprimerà prima di cinque giorni. La decisione della procura – seppur non definitiva e vincolante – fa esultare i forzisti; la prima a parlare è la fedelissima Michaela Biancofiore: “Siamo soddisfatti che la procura generale abbia dato parere favorevole all’affidamento in prova del presidente Berlusconi ai servizi sociali. Ora attendiamo fiduciosi la decisione del presidente del Tribunale di sorveglianza”. Cambiano i rapporti di forza tra Renzi e Berlusconi circa il patto sulle riforme? Stefano Folli, editorialista de Il Sole 24 Ore, vede guai maggiori nelle fila forziste.
La procura di Milano ha accolto la richiesta dei legali di Silvio Berlusconi: sì all’affidamento in prova ai servizi sociali. Cosa significa dal punto di vista dell’agibilità politica?
Certo, sarebbe stato molto peggio se fosse finito agli arresti domiciliari, ma è una persona che, comunque, rimane limitata nei suoi movimenti e nelle sue iniziative. Parliamo sempre di un condannato che si sta avviando a dover scontare la sua pena. Indubbiamente il fatto che sia stata accolta la richiesta della difesa, dal punto di vista dell’agibilità politica, alleggerisce la sua posizione, ma il margine di manovra – seppur parzialmente più esteso rispetto agli eventuali arresti domiciliari – rimane comunque circoscritto.
Per quanto concerne il patto sulle riforme stretto con Renzi, cambiano i rapporti di forza?
Berlusconi è un personaggio molto indebolito rispetto al passato; l’influenza che aveva sugli italiani fino a pochi anni fa è molto più bassa. Anche per questo motivo non credo che vi siano ripercussioni significative circa il percorso delle riforme.
Il patto stretto al Nazareno tiene, dunque.
Penso proprio che Forza Italia continuerà a battere questo sentiero. Ovviamente non si tratta di un patto armonioso e di un percorso primaverile senza ostacoli; è, altresì, un cammino difficile che presenterà momenti di tensione. Ma tutto sommato, ripeto, non vedo all’orizzonte alcuna clamorosa rottura.
L’affidamento ai servizi potrebbe distendere i rapporti Pd-FI?
Credo che il clima continuerà a rimanere relativamente teso. Il percorso parlamentare e politico rimane irto e ricco di difficoltà, ma non per questo i seguaci di Berlusconi avranno interesse a interromperlo. Saranno probabilmente più duri sulle riforme economiche, ma per quanto riguarda il piano delle riforme costituzionali continueranno a essere collaborativi: è l’unica carta che hanno in mano per continuare ad avere un ruolo sulla scena pubblica italiana. Semmai…
Prego.
I problemi saranno più all’interno di Forza Italia. A maggior ragione oggi, con Berlusconi parzialmente fuori scena (ma ancora presente nel simbolo), si pone la questione del rinnovamento della classe dirigente e di una prospettiva futura che, in questo momento, il partito non ha. Prendiamo come esempio quello che ha detto Giovanni Toti: “Berlusconi è nel Dna del nostro partito”. Ecco, benissimo, ma dov’è però la leadership? Così come la classe dirigente, direi che manca. Non mancano di certo le liti e le spaccature tra i colonnelli.
(Fabio Franchini)