Berlusconi animatore in un centro per disabili? Lo si saprà tra pochi giorni, quando sarà depositata la sentenza del Tribunale di Sorveglianza. Ieri, intanto, il sostituto procuratore Antonio Lamanna ha accolto la richiesta della difesa di Berlusconi e dato parere favorevole all’affidamento in prova ai servizi sociali. L’ex premier deve espiare un anno di pena accessoria, dopo i tre anni coperti da indulto, in seguito alla condanna per frode fiscale nel processo Mediaset. In attesa della decisione del tribunale, in Forza Italia (e non solo) ci si chiede quale potrà essere la residua “agibilità politica” dell’ex presidente del Consiglio.
“Che misure gli hanno affibbiato?” chiede al telefono Gaetano Pecorella, penalista, già legale di Berlusconi ed ex deputato di Forza Italia.



Il procuratore ha dato parere favorevole all’affidamento in prova. L’esecuzione penale sarà una formalità o potrebbero esserci delle sorprese?
Finché non saranno rese note le condizioni dell’affidamento, rimane difficile stabilire quale sarà lo spazio di agibilità politica di Berlusconi. 

Lei quali margini si sente di prevedere?
Il magistrato dovrebbe valutare quali misure sono necessarie sia per la cosiddetta rieducazione – che nel caso in questione, trattandosi di reato fiscale, fa un po’ sorridere – sia per quanto riguarda la pericolosità del soggetto. E questa non fa meno sorridere della prima. Potrebbe trattarsi del divieto di uscire la sera oltre una certa ora, o di recarsi in certi luoghi. Potrebbero anche vietare a Berlusconi di fare attività politica, anche se questo lo riterrei contrario alla Costituzione. 



Per quale motivo?
A un diritto costituzionale si possono porre dei divieti ma questi divieti devono essere motivati dalla tutela di altri interessi costituzionalmente protetti. Non credo che il divieto di esprimere le proprie opinioni politiche possa aver a che fare con la rieducazione, salvo che vi siano stati atti di natura eversiva, nel qual caso il fatto e la condanna sarebbero per questo coerenti tra di loro. 

Che Berlusconi non possa candidarsi, lo si sapeva. Che non possa recarsi all’estero, anche. Quando però si dice attività politica di che cosa parliamo? Potrà per esempio concedere interviste?
Assolutamente sì.



Come anche fare comizi?
Nemmeno questi avrebbe senso vietare, perché rientra nei diritti costituzionali garantiti come la libertà di espressione. Mi auguro che le misure siano estremamente limitate e che non possano incidere – cosa che non si potrebbe escludere – sulla sua attività di imprenditore, trattandosi nel caso di Berlusconi della pena comminata per un reato fiscale. 

Una misura come l’affidamento in prova è banale routine. Forse la cosa senza precedenti è che i giudici, per la prima volta in Italia, hanno giudicato una persona come Berlusconi, che è ancora un leader politico. 

Ma i giudici devono semplicemente giudicare tutti coloro che sono accusati di un reato, salvo coloro che sono immuni, come il Papa o il presidente della Repubblica. Credo che questo sia puntualmente accaduto anche ieri, nel caso di Berlusconi.

Da persona che in passato ha avuto parte nelle vicende di Berlusconi, come giudica questo epilogo?
Per quanto riguarda la giustizia, il problema maggiore di Berlusconi oggi non è tanto l’affidamento in prova perché egli ha altri procedimenti pendenti ben più gravi di questo, e i prossimi gradi di giudizio potrebbro cambiare diverse cose. Per quanto riguarda la politica, il discorso è diverso.

E in questo caso qual è la sua opinione?
Credo che sarebbe più coerente e apprezzabile che Berlusconi facesse un passo indietro. Al tempo stesso auspico, ripeto, che i provvedimenti che lo riguardano siano improntati alla massima libertà possibile, dato che il tipo di reato non comporta alcuna pericolosità. 

Brunetta ha paragonato la posizione di Berlusconi a quella di Auung San Suu Kyi. È solo una boutade?
Che in tutti i momenti della storia che ci siano state persecuzioni politiche, non c’è dubbio. Questo di Berlusconi era un processo fiscale che è stato celebrato in modo regolare in primo grado, in secondo grado e in Cassazione. Non accetterei di paragonare uno stato dittatoriale come la Cina con quello in cui i magistrati applicano semplicemente la legge. Ma…

Ma?
Non si può nascondere che in Italia i giudici applicano la legge senza dover rispondere degli errori che commettono. 

(Federico Ferraù)