Berlusconi al capolinea? Macché. Paolo Guzzanti, giornalista ed ex esponente parlamentare di Forza Italia, non vede la parola fine all’esperienza politica di Silvio Berlusconi e Forza Italia. Nel giorno in cui Marcello Dell’Utri, uomo fidatissimo del Cavaliere, viene fermato a Beirut, in Libano, Guzzanti punta il dito contro quegli “illusi” che hanno più volte annunciato, esultanti, la fine del berlusconismo: “Ha ancora indote una quota importante dell’elettorato che è del tutto impermeabile a questi continui processi. La quota da lui rappresentata è di primo piano e lui è l’azionista di riferimento, anche per il governo. I conti bisogna continuare a farli con Silvio Berlusconi”. E Renzi lo sa bene…
Dell’Utri latitante e Berlusconi, salvo sorprese, ai servizi domiciliari e ai margini della vita politica italiana. È questo il tramonto del ventennio nato dalle ceneri di Tangentopoli?
Tutti hanno sempre parlato, sbagliando, della fine di Berlusconi. Lui è ancora lì e rappresenta una parte del Paese senza la quale non si possono fare le riforme di Renzi. È un sistema coeso e coerente in cui Forza Italia ha un ruolo decisivo, indipendentemente da tutte le vicende giudiziarie – compresa quest’ultima di Marcello Dell’Utri – che non incidono assolutamente sul carattere di rappresentatività di Silvio Berlusconi.
E questo è ancora alto?
Berlusconi ha ancora indote una quota importante dell’elettorato che è del tutto impermeabile a questi continui processi. La quota da lui rappresentata è di primo piano e lui è l’azionista di riferimento, anche per il governo. I conti bisogna continuare a farli con Silvio Berlusconi, che rimane una figura centrale dello schieramento politico. Renzi lo sa bene.
Quindi Berlusconi rimane la stampella decisiva di Renzi?
Senza questa partecipazione, ripeto, non si possono approvare le riforme che questo governo vuole fare. La questione è semplice: o si fanno con lui o non si fanno, o magari si fanno contro di lui. È un dato di fatto. Credo che anche da questo dipenda la prudenza della sentenza circa l’affidamento ai servizi sociali: è stata in questo modo garantita la sua agibilità politica al fine di mantenere vivo il patto del Nazareno. La politica è una cosa semplice: è fatta di rapporti di forza. E Berlusconi è forte. Così, come Renzi, Napolitano lo sa (per questo lo ha ricevuto) e lo sa la magistratura, che è stata convinta a usare toni bassi circa la condanna, così da garantirgli margini di manovra. Senza, il Cavaliere avrebbe dato un calcio al tavolo facendo saltare in aria tutto.
Non si può fare un paragone tra il post Tangentopoli di ieri e l’oggi (o il domani) del post-Berlusconi, che prima o poi arriverà? Dopo il ’92 si sciolse la Dc e i voti andarono a Berlusconi. I voti forzisti potrebbero andare a chi secondo lei?
Sopra la panca la capra campa, sotto la panca (se non c’è Berlusconi) la capra crepa. È il fattore B che conta: quando non ci sarà più, Forza Italia sparirà. Non so cosa ci sarà al suo posto. Ma finché Berlusconi è vivo e agibile, FI ha uno zoccolo duro di tutto rispetto. Quella parte moderata italiana – come hanno sempre saputo Togliatti, De Gasperi e Berlinguer – è sempre stata la maggioranza nel Paese. Nel tempo si è collocata nella Dc, attorno al Pentapartito, ai socialisti, repubblicani, liberali, repubblicani e dunque è confluita in Forza Italia. Poi…
Prego.
Non dimentichiamoci che questa stessa maggioranza ha poi rifiutato Monti, su cui tutti puntavano.
Magari non rifiuteranno Renzi…
È ancora tutto da vedere. Io vedo che Berlusconi è al suo posto di comando, dove continuerà a fare quello che ha fatto finora. Potrebbe durare altri 10 anni. Finché è politicamente attivo non cambiano gli equilibri, non succede nulla di quello che viene prospettato, che sono solo chiacchiere. Quando sarà, la maggioranza moderata degli italiani tenderà a trovare una nuova guida; ma quale sarà si vedrà a suo tempo, fra anni. Non mi sembra possa accadere fra 3 mesi…
(Fabio Franchini)