Orizzonti grigi per Forza Italia. Silvio Berlusconi, incassato il sì dal Tribunale di sorveglianza di Milano circa l’affidamento in prova ai servizi sociali, si ritrova ancora con margini di agibilità politica, ma alla guida di un partito che pare prossimo all’implosione. Dopo la recente scissione di Alfano & co. che ha dato luce al Nuovo Centrodestra, sembra che le fila forziste possano subire ulteriori emorragie. Quale futuro attende FI? Lo abbiamo chiesto a Gianfranco Rotondi, onorevole azzurro e presidente del consiglio del governo-ombra che lui stesso ha messo in piedi. Il 25 maggio, giorno in cui si terranno le elezioni europee, potrebbe essere la data spartiacque, ma secondi Rotondi “in politica per morire ogni giorno è buono; non c’è una data solenne. Bisogna capire se Berlusconi vuole rilanciare o meno”.



Acque agitatissime in casa Forza Italia. È arrivato l’addio anche di Paolo Bonaiuti, storico portavoce di Berlusconi. La scissione è alle porte?

La sensazione è che il partito sia allo sbando. È una cosa che osservo con prudenza, io che sono una sorta di ultimo arrivato, dopo la mia militanza nella Democrazia cristiana, che ho contribuito a rifondare nel 2004: un’esperienza poi confluita (nel 2008) nel Popolo delle Libertà.



E da lì, poco a poco, sono arrivati i primi addii.

Sì, gradualmente è stato un fuggi-fuggi. Prima Fini, poi La Russa e la Meloni, dunque Alfano e adesso Bonaiuti. Non vorrei restare l’ultimo forzista senza esserlo mai stato. Poi nel caso, pazienza: sono stato l’ultimo democristiano, sarò anche l’ultimo berlusconiano. Si vede che nel teatrino della politica questo è il mio ruolo: abbassare la saracinesca…

I sondaggi in vista delle europee non vi sorridono. Il 25 maggio sarà il giorno della verità? All’indomani, in caso di risultato negativo, bisogna attenderci molti movimenti in uscita, se non addirittura la fine del partito?



In politica per morire ogni giorno è buono; non c’è una data solenne. Bisogna capire se Berlusconi vuole rilanciare.

E’ in grado di farlo?

Ne ha le capacità. Io sono per il rilancio al fianco di Berlusconi e penso che lui abbia davanti il gusto finale della vittoria che sanerebbe le amarezze degli ultimi anni.

Lei ha messo in piedi un governo ombra. È questa la strada giusta da battere per riconquistare la fiducia dell’elettorato e la redibilità in quanto forza politica d’opposizione?

È una linea politica: significa opporre l’ombra al sole di Renzi, scoprendo che il suo è un sole malato e la nostra è l’ombra che prepara nuovi successi.

Tornando ai possibili abbandoni, si parla di un Fitto prossimo a lasciare le fila forziste. 

Non credo che lui abbia quest’intenzione. Semmai credo che lui voglia prendersi il partito, e in politica è una cosa legittima.

 

Da qui a poche settimane potrebbe cambiare in maniera decisiva l’offerta politica del centrodestra italiano?

Il centrodestra deve riprendere competitività; alle Europee sconta il fatto che si è creata una sorta di magia e suggestione per la quale il centrodestra non può vincere: questo è un assist esterno a Matteo Renzi, nonché un errore che ci porta al disagio attuale.

 

Riallacciare i rapporti con il Nuovo Centrodestra potrebbe essere una giusta soluzione per rinsaldare la coalizione?

Prima gli elettori diano una cifra di valore, a noi e loro, poi vedremo a seconda delle base.

 

Parlava di una Forza Italia allo sbando. Chi tiene le redini del partito?

Berlusconi, con se stesso, è stato meno generoso dei suoi giudici.

 

In che senso?

I suoi giudici gli concedono una piena agibilità politica e lui, dopo choc della sentenza, ora se l’è tolta, sbagliando. Berlusconi è caduto in una sorta di avvilimento che lo porta a comunicare meno con i suoi veri amici. A proposito, il cosiddetto cerchio magico è un’invenzione di quelli che hanno paura di dirgli, in faccia, le cose che io invece gli dico con chiarezza. Siccome non è carino fargli notare che sbaglia a isolarli, dicono che è il cerchio magico che non passa più e telefonate. Ma non è così; è lui che non ha voglia di parlare con tutti come una volta.

 

Scissione: più sì che no quindi?

Io, ripeto, spero ancora di no, però il barometro mi dice che la burrasca è una possibilità. Io, dalla mia, resto coerentemente sulla nave indifferente se ci sia un approdo o un affondamento. È la mia storia personale.

 

Altri, invece, cercheranno di guadagnare presto le scialuppe?

Io parlo per me: è una vita che salgo sulla nave che affonda o sul carro che perde. Io non mi pongo proprio il problema. Cosa faranno gli altri bisogna chiederlo a loro…

 

(Fabio Franchini)