Un anno dopo la sua seconda elezione a Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano scrive una lettera al Corriere della Sera per raccontare cosa ha significato questo periodo, rispondendo a una lettera in cui il direttore del giornale commentava appunto questo anno. Napolitano approfitta per chiarire le vicende che portarono alla sua contestata rielezione, uno stato di paralisi istituzionale dice che lo convinse nonostante avesse detto l’opposto, a riprendere l’incarico. Non vuole, spiega addentrarsi nelle tante accuse che hanno gettato discredito sulla sua persona e l’istituzione che rappresenta: “L’essenziale è che mi sia sempre sforzato di mantenere la serenità indispensabile per fare il mio dovere, per rispondere alle esigenze del Paese e della sua vita democratica”. Ma qualcosa vale la pena dire, sottolinea. E’ stata dura per via degli attacchi, un compito divenuto “faticoso e ingrato” ma il fatto che alla fine un processo di rilancio sia cominciato e di recente accelerato, gli fa pensare che alla fine quest’anno trascorso sia stato positivo. “Essermi a tal fine «esposto» personalmente, sempre nei limiti del mio ruolo costituzionale, e aver pagato allo spirito di fazione un prezzo nei consensi convenzionalmente misurabili, non mi fa dubitare della giustezza della strada seguita” dice. Ci sono ancora nodi da sciogliere, aggiunge, ma confida che stiano per realizzarsi condizioni di maggior sicurezza per il sistema politico istituzionale italiano.