“Avere reso impossibile la mia candidatura va a tutto vantaggio della sinistra. E queste vicende hanno una indubbia valenza politica”. Lo ha dichiarato Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa di presentazione della lista di Forza Italia per le Europee. Per il Cavaliere, “il governo Renzi propone finalmente delle riforme. Ho avuto modo di parlarne con Renzi, bisogna introdurre l’elezione diretta da parte dei cittadini del presidente della Repubblica”. Per Mattia Feltri, giornalista de La Stampa, si tratta di un inizio campagna anomalo, con un Berlusconi che va abraccetto con la sinistra, da sempre il Diavolo, per cercare di dare un’identità al partito e che potrebbe giocare quella dei servizi sociali come una carta inaspettatamente a suo vantaggio.



Qual è il significato politico di questo intervento di Berlusconi?

E’un intervento comprensibile. Dal punto di vista di quello che si considera il leader del principale partito di centrodestra è giusto cercare di prendere il centro della scena, in particolare sulle riforme istituzionali. Berlusconi sta cercando di togliere Forza Italia dalla periferia della discussione sulle riforme, e per questo è sceso a patti coi “nemici” della sinistra, per consentirgli di giocare ancora un ruolo.



L’elezione diretta del presidente della Repubblica non gode dell’appoggio della maggioranza in Parlamento. Qual è il senso di questa battaglia di minoranza?

Berlusconi fa questa battaglia di minoranza semplicemente per avere un ruolo. Quella dell’elezione diretta del presidente della Repubblica è una riforma importante, della quale si discute da tanto tempo. Nell’ottica di Berlusconi, questa modifica della Costituzione non è stata attuata per la resistenza di chi si oppone alle riforme, e non per la mancanza di volontà di Forza Italia che anzi ha il merito di averla rimessa sul tavolo. E’ inoltre un tema caro al centrodestra, che vuole riappropriarsene per differenziarsi in modo chiaro dal centrosinistra per quanto riguarda la proposta politica.



Può bastare questo a ridare un’anima a Forza Italia?

Berlusconi viene da una fase particolarmente complicata per le ragioni che conosciamo tutti, inizia ad avere un’età avanzata e quindi un’energia limitata. In questo momento è evidente il suo tentativo di riprendere in mano la situazione, e quindi di acquisire un significato sotto il profilo delle riforme istituzionali.

Da dove nascono le difficoltà del partito di Berlusconi a darsi un’identità precisa?

Quello di Berlusconi è un partito renziano, ma non lo è fino in fondo, un partito che è contro l’euro ma non del tutto, anche perché se assumesse questa configurazione in modo radicale i voti andrebbero rispettivamente a Renzi o a Grillo. Allo stesso modo Forza Italia è vicino al Nuovo Centrodestra, ma ci tiene a ribadire le distinzioni rispetto ad Alfano. C’è quindi una gran confusione, e ieri c’è stato un tentativo di ricominciare un percorso. Di recuperare un’anima. Sarà da vedere se ciò può avvenire, ma l’obiettivo di Berlusconi è quello di presentarsi come il motore delle riforme.

Come valuta l’attacco di Berlusconi contro la magistratura?

A colpire è soprattutto il fatto che per motivi di “incolumità personale” Berlusconi si è dovuto trattenere. Si è quindi limitato a dare dei giudizi che sono strettamente politici, non è stato irrispettoso verso la magistratura, ma ciò non significa negare ciò che è evidente, e cioè che la sua condanna favorisce la sinistra.

 

Che cosa caratterizzerà questa campagna elettorale?

Berlusconi non potrà utilizzare i suoi due grandi temi classici, la paura dei comunisti e quella della magistratura. Se è irrispettoso della magistratura, anziché ai servizi sociali sarà messo ai domiciliari, e non può più dire che a sinistra ci sono i comunisti perché adesso c’è Renzi con il quale sta dialogando.

 

Quali temi nuovi può inventarsi Berlusconi?

Berlusconi ha una grande opportunità, quella di sfruttare da un punto di vista iconografico la condanna ai servizi sociali. Il fatto che lui vada a lavorare, e che oggi abbia detto che vuole andarci anche più di quanto gli è richiesto, può giocare a suo favore. Forse non gli consentirà di conquistare nuovi voti, ma l’immagine di uno statista, quale lo reputano i suoi sostenitori, che si dà da fare per aiutare gli anziani può quantomeno ridurre il drenaggio del suo bacino di voti.

 

(Pietro Vernizzi)