Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di convocazione dei comizi elettorali, il 18 marzo scorso è ufficialmente iniziata la par condicio per le elezioni europee. L’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha di recente rivolto un ordine di riequilibrio al Tg La7 per aver concesso troppo spazio al premier Matteo Renzi. “Per la stupidità della legge e per insipienza dell’Agcom – ha commentato duramente Enrico Mentana – è stata inserita nel computo del tg la conferenza stampa di Renzi e non l’analogo tempo dato a Di Maio e Romani in serata con un ascolto superiore. E’ insensato, il tg non è una farmacia”. La pensa diversamente il Movimento 5 Stelle, che intanto ha presentato un nuovo esposto: “Chiediamo che tutti rispettino le regole. Non è possibile che certi notiziari si trasformino in ‘TeleRenzie’, ancor di meno durante una campagna elettorale in cui vige la legge della par condicio”, si legge in una nota diffusa dal gruppo parlamentare M5S. Ma che cos’è la par condicio? L’espressione latina si può tradurre con “parità di trattamento” o “pari condizioni” e comprende tutti quei criteri che i mass-media devono adottare per garantire un’appropriata visibilità a tutti i partiti e movimenti politici durante la campagna elettorale. Come fa sapere proprio l’Agcom, le disposizioni previste sono finalizzate a dare “concreta attuazione ai principi del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, dell’obiettività e della completezza del sistema radiotelevisivo” e “si applicano su tutto il territorio nazionale nei confronti delle emittenti che esercitano l’attività di radiodiffusione televisiva e sonora privata e della stampa quotidiana e periodica”. La par condicio terminerà alla mezzanotte dell’ultimo giorno di votazione. Per quanto riguarda lo spazio che ciascuna emittente televisiva o radiofonica nazionale privata può dedicare alla comunicazione politica, fino alla presentazione delle candidatura questo è ripartito tra i soggetti politici al 70% in modo paritario e al 30% in proporzione alla forza parlamentare degli stessi schieramenti. Nel periodo intercorrente tra la data di presentazione delle candidature e quella di chiusura della campagna elettorale, invece, il tempo disponibile è ripartito con criterio paritario tra tutte le forze politiche.



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