Il vice-presidente di Palazzo Madama, Roberto Calderoli, proporrà che il testo base che la commissione Affari costituzionali dovrà adottare mercoledì preveda un Senato elettivo. Una scelta che si contrappone a quella del governo Renzi, per il quale il Senato o Assemblea delle autonomie dovrebbe essere composto da sindaci, presidenti di Regione e membri della società civile. L’obiettivo del presidente del Consiglio è quello di arrivare a una prima approvazione del nuovo decreto entro il 25 maggio. Uno sprint finale che difficilmente, però, per Calderoli potrà avvenire in tempi così brevi.



Senatore Calderoli, quale consenso può riscuotere a sinistra la sua proposta di un Senato elettivo?

Tra quanti sono intervenuti in commissione, si contano sulle dita di una mano quanti hanno sostenuto l’elezione indiretta dei senatori, e comunque sono tutti di stretto riferimento renziano o comunque hanno un ruolo nel partito che li obbliga a prendere certe posizioni. Per il resto ci sono stati 60 interventi, e tutti gli altri hanno espresso il favore per un’elezione diretta.



In che cosa differisce la sua proposta da quella di Chiti?

L’unica cosa in comune tra il mio disegno di legge e il ddl Chiti è l’elezione diretta dei senatori. Se il problema come sostiene Renzi è quello relativo ai costi del Senato, basterà dare ai senatori la stessa indennità dei consiglieri regionali. Si riduce il numero dei consiglieri regionali del numero equivalente a quello dei senatori. Auspico inoltre che vi sia un ampio taglio dei 630 deputati, il cui numero è una cosa che non sta né in cielo né in terra.

Quali possibilità ha la sua proposta di essere approvata?

Oggi ne avrebbe più la mia di quella di Renzi, se si andasse alla conta.



Napolitano ha ricevuto Anna Finocchiaro per discutere sulla riforma del Senato. Secondo lei che cosa preparano?

A questa domanda non rispondo, perché giovedì abbiamo lavorato fino a tarda sera con la senatrice Finocchiaro sul testo del disegno di legge.

Che cosa dovrebbe fare Renzi per evitare che la sua riforma del Senato si riveli una porcata?

La cosa veramente inspiegabile e incomprensibile è sprecare la possibilità in questo momento a portata di mano di portare a casa una riforma veramente storica, tutto ciò che io ho cercato di fare da 20 anni a questa parte. Possiamo riformare il Senato e mettere la Camera e il governo nelle condizioni di poter lavorare meglio e più in fretta. Francamente avrei difficoltà a comprendere se tutto dovesse cadere perché Renzi si è impuntato sull’elezione indiretta. Una scelta che può essere spiegata solo con la paura del fatto che il popolo si possa esprimere. Che cosa c’è di male nel fatto che i senatori siano eletti dai cittadini? Il compito dei consiglieri regionali, dei governatori e dei sindaci è già abbastanza impegnativo senza il bisogno di mandarli in gita a Roma.

 

E’ possibile un compromesso tra la sua proposta e quella di Renzi?

Il mio è già un compromesso, perché da un Senato completamente elettivo com’era in passato, e con gli attuali numeri, propongo un Senato che sia addirittura più ridotto nei numeri rispetto a quello di Renzi. Nel mio ddl ci sono 109 senatori eletti e 21 governatori, con una contestuale riduzione del numero di consiglieri regionali.

 

Secondo lei a questo punto che cosa farà Renzi?

A fronte della possibilità di realizzare questa riforma anche con un largo consenso, l’aspetto dell’elezione di primo o di secondo grado rappresenta un dettaglio che non può inficiare tutto il resto. Diversamente dovrei pensare che era solo la solita bandierina elettorale.

 

(Pietro Vernizzi)