Ieri sera con una mossa a sorpresa Silvio Berlusconi si è recato a colloquio dal capo dello stato, un incontro, ha spiegato il Quirinale, richiesto personalmente dal leader di Forza Italia. Tema del colloquio, come si è saputo in seguito, la richiesta di “agibilità politica”: non più la grazia o una sorta di salvacondotto per evitare la pena a cui è stato condannato (e che dovrebbe scontare ai servizi sociali o comunque ai domiciliari), ma per poter continuare la sua attività politica. Il capo di un partito, ha detto in sostanza l’ex Cavaliere, che rappresenta dieci milioni di voti non può essere messo nel dimenticatoio o, peggio, agli arresti domiciliari. Deve invece continuare pubblicamente la sua attività politica, anche se non può candidarsi ad alcuna elezione. Si sa che Forza Italia teme che la non presenza di Berlusconi nelle liste elettorali delle prossime elezioni politiche possa significare un tracollo clamoroso di voti. Ed ecco che Berlusconi chiede e pretende, altrimenti, è quanto emergerebbe dal colloquio al Quirinale “Forza Italia non potrà garantire il sostegno alle riforme di Renzi”. Per questo, avrebbe detto ancora, tutte le istituzioni devono correre in mio aiuto. Da parte di Napolitano però non è venuta alcuna concessione: avrà diritto a far “sentire la sua voce” ma niente altro.