Rosario Crocetta ha rimesso mano alla sua giunta inaugurando l’esperienza bis da quando è stato eletto governatore della Sicilia. Un rimpasto di governo che sottolinea tutte le difficoltà in cui si muove il governatore, e che ha portato il Pd siciliano a una autentica spaccatura. Davide Faraone, membro dell’esecutivo nazionale, aveva infatti dato il suo ok al rimpasto, ma la segreteria regionale si è rifiutata di comunicare alcun nome per i nuovi incarichi di assessore, lasciando così in pratica il partito fuori della giunta. Crocetta infatti non ha aspettato oltre e ha fatto le nomine: all’energia Salvatore Calleri, all’economia Roberto Agnello dirigente di PriceWarerhouseCooper che è comunque in quota Pd, Antonio Fiumefreddo, Nico Torrisi presidente di Federalberghi voluto dall’Udc, Giuseppe Bruno ex assessore a Palermo e ritenuto vicino a Faraone, Paolo Ezechia Reale avvocato di Siracusa. Ecco invece i confermati: Lucia Borsellino, Linda Vancheri, Patrizia Valenti, Nelli Scilabra, Michela Stancheris e Mariarita Sgarlata. Il commento di Crocetta: “Aspettare ancora significava sgretolare il tessuto sociale della Sicilia e incancrenire lo scontro tra i partiti. La Regione rischiava di sprofondare nelle sabbie mobili, sfidando la collera dei poveri”.