“A priori, non vedo alcuna ragione per cui debba essere concessa alla Francia, o all’Italia, una dilazione supplementare per ritornare entro i limiti del deficit”. Dopo le elezioni europee, invece, “tutto dipenderà dagli impegni sulla stabilità che i governi prenderanno, e da come la Commissione europea o l’Eurogruppo, il vertice dei ministri delle Finanze della zona euro, valuteranno questi stessi impegni. Io sono aperto al dibattito. Non rappresento l’austerità, come certi pensano, ma la serietà”. A parlare è il lussemburghese Jean-Claude Juncker, il candidato del Ppe alla Commissione Europea, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Oggi io credo che non si possa esagerare con il rigore eccessivo – ha aggiunto l’ex presidente dell’Eurogruppo – Che da sola, l’austerità nei bilanci non basti. E che al risanamento finanziario debbano accompagnarsi le politiche della crescita”. L’austerità eccessiva, fine a se stessa, “non è un bene. Perché ci sono due principi che vanno sicuramente insieme”: secondo Juncker, “non c’è risanamento efficace se non è accompagnato da giuste politiche per la crescita, e non c’è vera crescita se le finanze pubbliche non sono amministrate, diciamo così, con virtuoso rigore”.
Alle prossime elezioni europee, in programma il 25 maggio, il cosiddetto “effetto governo” penalizzerà in quasi tutti i paesi i partiti che partecipano all’esecutivo e che esprimono il Primo ministro. A rivelarlo è una recente ricerca dell’Istituto Cattaneo, basata sui sondaggi raccolti da Pollwatch2014. Dallo studio emerge però che l’Italia costituisce un’eccezione, visto che è l’unico fra i grandi paesi in cui il principale partito di governo (il Pd di Matteo Renzi) guadagna consensi nelle intenzioni di voto rispetto al precedente turno elettorale. Negli altri Paesi, invece, questo accade per diversi motivi: molti elettori, ad esempio, “ritengono che nelle elezioni europee la posta in gioco sia poco rilevante e quindi tendono a sentirsi più liberi nell’esprimere il proprio voto”, recita il testo dello studio. Quindi, se nelle elezioni nazionali contano le considerazioni “strategiche”, alle elezioni europee queste non valgono perché “gli elettori votano in base alle loro sincere preferenze, e da questo traggono normalmente beneficio i partiti minori e gli outsider”. C’è però un’eccezione, che riguarda quei governi da poco entrati in carica che possono beneficiare del cosiddetto effetto “luna di miele”, cioè un periodo (solitamente a inizio mandato) in cui il livello di popolarità è particolarmente alto.
Non si è fatta attendere la replica di Beppe Grillo a Martin Schulz, candidato socialista alla presidenza della Commissione europea che nei giorni scorsi, in un’intervista al Corriere della Sera, lo ha paragonato a Stalin. “Grillo è vento. Come si fa a giudicare il vento? – ha detto Schulz – Non vedo la sostanza. Berlusconi ha una sostanza politica, su cui posso dare un giudizio. Grillo minaccia ammende ed espulsioni per i deputati che non votano come dice lui. L’ultimo a dire una cosa del genere è stato Stalin. O forse Hugo Chavez. Se l’avesse detto in Germania, avrebbe dovuto temere l’intervento della magistratura”. Il leader del Movimento 5 Stelle ha risposto dal suo blog: “Questo fantoccio messo lì dalla Merkel come si permette? Lui non è un kapò, ma un crapùn, crapa dura (Silvio Berlusconi aveva chiamato Schulz ‘Kapo’ nel 2003, ndr) Schulz dice che il M5S è soltanto vento? In parte è vero. Il M5S è un vento del sud che sta per arrivare a Bruxelles. Il krapò Schulz si tenga forte. Potrebbe essere un uragano”.
Non votare è la cosa peggiore. Lo ha detto il ministro degli interni e presidente di Ncd Angelino Alfano parlando a Sky Tg24. Un invito dunque a non astenersi. Alfano ha poi detto come a a meno di 90 giorni dall’insediamento del governo, si sia fatto un lavoro straordinario: “Stiamo cambiando il Senato cestinando l’incostituzionale Porcellum, diminuendo le tasse, smontando la legge Fornero. Speriamo davvero che questo voto certifichi la speranza del cambiamento”.
“I nostri club si stanno organizzando per fare in modo che il 25 maggio le sezioni siano presidiate da nostri rappresentanti, sentinelle, per evitare brogli che in passato ci hanno sempre danneggiato e fatto perdere milioni di voti”. Lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo a una manifestazione animalista a Milano. “Stiamo peggio che nel ’94 perché c’é sempre il pericolo della sinistra – ha aggiunto il leader di Forza Italia – Scesi in campo proprio per contrastare la sinistra che stava conquistando il potere. Dopo vent’anni siamo nella stessa situazione o in una situazione addirittura peggiore. C’é sempre il pericolo di una sinistra dove il 90% delle persone non ha mai rinnegato la sua storia e la sua radice ideologica comunista”. Al governo, invece, “c’é un partito che é l’erede del Pci che ha fatto molti lifting – ha detto ancora l’ex premier – Il Parlamento poi non é stato eletto dai cittadini e si regge su 144 deputati che la Corte Costituzionale ha già giudicato incostituzionali e soprattutto su 33 senatori eletti dal popolo del centrodestra con il mandato di contrastare la sinistra e che adesso sono diventati la stampella su cui si appoggia il governo della sinistra. Un governo che oggi si presenta con il volto nuovo di Matteo Renzi il quale deve però sempre fare i conti in Parlamento con deputati della sinistra e sindacati di sinistra come la Cgil, in una posizione, la sua non certo facile”.