Giorgio Napolitano all’oscuro del complotto che nell’autunno 2011 avrebbe portato Silvio Berlusconi alle dimissioni. O meglio, intervenendo con una nota sulla diatriba sollevata (o rispolverata dalle rivelazioni di Timothy Geithner), al Presidente della Repubblica non risulta nulla di quanto raccontato nel libro (Stress test) dell’ex ministro del tesoro americano; Il Colle non sapeva di “pressioni e coartazioni subite dal presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati”. Si legge inoltre: “Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal presidente Berlusconi e già preannunciate l’8 novembre non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani”. Infine, il capo dello Stato scrive: “Gli episodi rivelati dall’ex Segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell’autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente della Repubblica italiana – al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi – non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo”.



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