Timothy Geithner conferma: nel 2011 la Casa Bianca ricevette pressioni da parte di alcuni Paesi europei per far cadere Berlusconi. Il “golpe”, insomma, c’è stato. Ma secondo il leader azzurro, il libro di memorie dell’ex segretario del Tesoro degli Stati Uniti (Stress Test) scopre l’acqua calda: “Non sono sorpreso. È la conferma di ciò che ho sempre sostenuto, che c’è stata una precisa volontà di togliere di mezzo un premier democraticamente eletto che difendeva gli interessi del suo Paese e contrastava quelli della Germania”, aggiungendo poi di come si sia trattato di un attacco alla sovranità nazionale italiana. Per bocca dello stesso ex presidente del Consiglio il comportamento di Barack Obama, in tutto questo, fu integerrimo: “Si comportò bene”. Ma secondo Giulio Sapelli, docente di Storia economica nell’Università di Milano, la tecnocrazia europea targata Angela Merkel aveva qualcun altro nel mirino…



Timothy Geithner, ex ministro del Tesoro statunitense, sgancia la bomba: “Funzionari dell’Ue chiesero a Obama di far dimettere Berlusconi”.

Per prima cosa bisogna contestualizzare il tutto. Timothy Geithner, ex capo di dipartimento di Stato americano, scrive un libro dove racconta come a far cadere il governo Berlusconi non siano stati gli Usa, bensì la tecnocrazia europea dominata dai tedeschi, o meglio dalla Merkel. Con quale motivo? Perché l’Italia si era detta non favorevole a salvare la Grecia portando quote ulteriori di capitali rispetto a quelli che già versava al fondo della comunità economica europea. Ecco, bisogna allora dire due cose.



Prego.

Se Geithner dice questo vuol dire, secondo la mia tesi già espressa nel mio libro Dove va il mondo?, che ora come ora i rapporti tra Germania e Usa sono lacerati, pessimi. Uno come lui che ha avuto responsabilità internazionali di altissimo livello (mentre oggi le ha nel mondo finanziario) e che scrive un libro con dentro cose di questo tipo… 

Vada avanti, professore.

Il secondo, vero nodo è questo: è stato fatto cadere il governo Berlusconi, ma il vero nemico non era lui, bensì Giulio Tremonti: l’uomo da far fuori era lui. Consiglio di andare a sfogliare le appendici di Uscita di sicurezza, scritto dall’ex ministro dell’Econonomia: contengono delle verità terribili. Tremonti ha continuato ad avvisare la Comunità Europea sull’arrivo imminente della crisi, invitando a perseguire politiche antideflazionistiche, che andavano però a contrastare le mire tedesche. Andava allontanato…



L’Italia, o meglio Tremonti, vittima dunque di una vera e propria ritorsione?

Sì, ma anche della sua stessa debolezza politica: io mi rendo conto che quando un fa politica ha un’etica della responsabilità, ma avrebbe dovuto trovare il modo di dirle anche da ministro le cose che dice nel libro…

Ma quanto è grave il fatto che un governo venga destituito in questo modo?

Nella storia è successo infinite volte. Certo è che nella democraticissima Europa non era mai accaduto che un governo eletto fosse destituito così. Quell’esecutivo era sì traballante, ma non ancora sfiduciato dal Parlamento. Costituzionalmente parlando è una cosa gravissima.

 

E in tutto questo, il ruolo dello spread altro che non era che un grande imbroglio, uno specchietto per le allodole…

Per carità, la storia dello spread non ha alcun senso. Lo spread, come dimostrano i fatti di oggi, era un’invenzione: era tenuto volontariamente alto per creare una psicosi. Lo spread adesso è caduto mica per merito del governo Renzi, bensì perché i mercati dei Paesi emergenti, che prima tiravano, stanno manifestando i primi sentori di una crisi.

 

Alla vigilia del voto del 25 maggio, che conseguenze può avere una rivelazione di questa portata che svela queste trame?

La cosa interessante secondo me sta nel fatto che gli americani pubblicano un libro di questo tipo, ben sapendo dell’eco mediatica che avrà, in quanto hanno tutto l’interesse a destabilizzare la Merkel e i governi che la sostengono. Come diceva Churchill, gli americani sanno fare tante cose, ma non sanno fare mai diplomazia. Speriamo solo che questo non avvantaggi troppo Grillo…

 

Alla luce del retroscena di Geithner, il ruolo di Napolitano in quei convulsi mesi estivi e autunnali cambia o rimane invariato?

Dico solo una cosa: riflettiamo sul viaggio della regina Elisabetta in Italia: chi venuta a trovare la regina? il Papa e Napolitano. Ecco…

 

(Fabio Franchini)