Quale futuro per Forza Italia e per il centrodestra? Secondo Fabrizio D’Esposito, giornalista de Il Fatto Quotidiano, la data spartiacque è domenica 25 maggio, giorno delle elezioni europee. Silvio Berlusconi è sì decaduto, fuori dal Parlamento e ai servizi sociali a Cesano Boscone, ma rimane il deus ex machina di FI, nonché leader della destra italiana. Gli azzurri, senza di lui, non esistono e nel partito c’è chi scalpita per succedere all’ex Cavaliere. Il più agguerrito sembra Raffeale Fitto, che dovrà comunque fare i conti con Barbara o Marina. E, nonostante tutto, anche Angelino Alfano non è fuori dai giochi come futuro capo della coalizione di centrodestra. Nuova e mortale scissione in vista? Se ne riparla, come detto, a fine mese, ma nel frattempo…
“Forza Italia sotto il 20? No, non lascio”. Berlusconi non mollerà il timone azzurro nonostante una débâcle.
Non mi pare certo una novità. Nel bene o nel male, per il centrodestra è lui il leader. Io penso che Berlusconi aspetti la risoluzione di tutte le sue vicende giudiziarie – covando la speranza che possano condonargli o annullargli qualcosa – per tornare in campo. Il punto vero è che la sopravvivenza di Forza Italia è legata indissolubilmente a Silvio Berlusconi. Le faccio io una domanda: se pensa a questa campagna elettorale forzista cosa le viene in mente?
La testa va in automatico a Silvio Berlusconi…
Ecco, che non è candidato, ma sta facendo il giro di tutti i salotti televisivi per cercare di tamponare l’emorragia di voti in uscita dal suo partito.
Il paradosso è che in caso di risultato negativo alle elezioni del 25 maggio Berlusconi perde ancor più peso politico, ma rimane indiscusso tra i suoi.
Ovviamente. Allora: quali sono i vertici di Forza Italia? Verdini? La Santanché?
Toti?
È consigliere politico, ma non ha la forza (nemmeno televisiva) per porsi come leader del movimento. Torniamo sempre lì: l’unico capo – benché pregiudicato, condannato, decaduto e assegnato ai servizi sociali – resta Silvio Berlusconi.
Ma Forza Italia quando inizierà a progettare un’era post-Berlusconi?
Una fase nuova la si può forse aprire in occasione delle politiche. Se Berlusconi non si vorrà rassegnare a essere il terzo elemento, seppur marginale, tra Grillo e Renzi, allora si troverà costretto a prendere in considerazione una nuova-vecchia alleanza con Fratelli d’Italia e Nuovo Centrodestra. Tutto però ha un prezzo e in questo caso sarebbe costretto a cedere qualcosa a livello democratico con le primarie.
Movimenti interni a FI ce ne sono. Cosa dobbiamo aspettarci? Una nuova scissione?
Molto dipenderà del risultato elettorale di fine maggio: sarà un test determinante per capire, in primis, come si orienteranno i tre grandi protagonisti di questa fase politica. E io prevedo una Forza Italia sul terzo gradino del podio, ben lontana da Pd e Movimento 5 Stelle. Sono consultazioni decisive per Renzi e Grillo, figuriamoci per Berlusconi: dopo il 25 maggio sapremo quale destino lo attende. L’Italicum, per esempio, potrebbe diventare un reperto archeologico: gli azzurri, come terzo partito, cosa se ne fanno di quella legge?
Poco e niente. Potrebbe saltare il banco?
Si potrebbe sia rifare la legge elettorale o, appunto, tornare a votare con il Consultellum. A questo punto con un proporzionale puro (e con le preferenze), appurata l’impossibilità di alleanza con il Movimento 5 Stelle, Berlusconi e i suoi sarebbero condannati a fare le larghe intese, cosa che potrebbe allungargli politicamente la vita.
Negli ultimi tempi i più irrequieti non sono sembrati Gianfranco Rotondi e Raffaele Fitto?
Rotondi gioca una partita di posizionamento personale, essendo a capo della Nuova Democrazia Cristiana. Quella di Fitto mi pare invece una partita diversa: ha mobilitato tutti al Sud per essere il primo degli eletti e vuole dimostrare a Berlusconi di essere un leader e che sul territorio prende più voti di Toti. Ecco, a proposito, se Toti non avrà una corrispondenza di voti tale da poter bilanciare il risultato di Fitto si potrebbe aprire una frattura interna.
A quel punto?
Se Berlusconi insisterà col suo cerchio magico senza prendere atto che c’è un partito che vuole dire la sua, potremmo assistere anche a qualche sorpresa…
Prima ha parlato di primarie. Ma l’ipotesi di Barbara o Marina come eredi politiche del padre è qualcosa di più di un’idea suggestiva?
Non mi sorprenderebbe troppo se si terranno delle primarie tra Alfano e Marina. Poi, in merito a Barbara e Marina c’è certamente qualcosa di concreto. Se ne sta parlando da più di un anno: i diretti interessanti prima smentiscono e poi confermano. Insomma, è chiaro che all’interno della famiglia Berlusconi si è aperto un discorso di successione. Al momento Marina è la candidata del cerchio magico, che piace più al padre, a Toti e alla Pascale, mentre Barbara è più una candidatura di rottura rispetto ai soliti schemi. È un bel duello, che penso vincerà la sorella maggiore. Bisogna poi vedere se sarà un flop o meno…
Un commento sulle rivelazioni di Timothy Geithner e sul botta e risposta Napolitano-Berlusconi sulle dimissioni “libere e responsabili” di quest’ultimo nel novembre 2011.
Da tre anni e più a questa parte il vero dominus della politica italiana è Giorgio Napolitano, dichiaratamente riconosciuto come il presidente della Repubblica più interventista della nostra storia. C’è da dire, comunque, che il governo Berlusconi dell’epoca si reggeva su una maggioranza debolissima, dopo l’uscita di Gianfranco Fini e la nascita di Futuro e Libertà, che rimase in vita grazie ai controversi Responsabili di Scilipoti, Razzi e compagnia bella. A quel punto il capo dello Stato si pose, anche responsabilmente, il problema di come sopperire: che poi possa aver preparato una via d’uscita penso sia ormai un fatto storico appurato. Berlusconi parla di complotto e golpe, ma dal dicembre del 2010 fino all’estate del 2011 la maggioranza era logorata. Voglio ricordare infine che quando Fini si sfilò, Napolitano tardò di un mese il voto di fiducia per dare magari la possibilità a Berlusconi di mettere una toppa.
(Fabio Franchini)