“La chance che ha Alfano è quella di rimanere in piedi appoggiandosi a Renzi, nella speranza che Berlusconi non duri in eterno. Finché c’è il Cavaliere qualsiasi partito di centrodestra alternativo a Forza Italia sarà impossibile, e questo spinge Ncd verso la sinistra”. E’ l’analisi di Mattia Feltri, giornalista de La Stampa, dopo che diversi quotidiani nazionali hanno parlato di prove d’intesa per un’alleanza tra Pd e Ncd alle prossime elezioni politiche. Lo stesso coordinatore del Nuovo Centro Destra, Gaetano Quagliariello, ha commentato: “Non guardiamo più nello specchietto retrovisore”, mentre un dirigente di Ndc intervistato dal Giornale e rimasto anonimo ha sottolineato: “Tornare con Berlusconi? Non ci sono le condizioni”.



Quanto è vasta la distanza tra Pd e Ncd sui principali temi di fondo della politica italiana?

I temi che tengono lontani Pd e Nuovo Centro Destra sono diversi, e quelli più evidenti riguardano la bioetica. Ciò non esclude però che ci siano delle giustificazioni valide per un’alleanza. I due partiti in precedenza hanno fatto un’esperienza di governo, prima con Letta e poi con Renzi. Inoltre Pd e Ncd possono unirsi per dimostrare che la politica continua a essere più forte dell’antipolitica. Sarà però un’alleanza con una natura di questo tipo, e non credo che si possa andare oltre. Nella storia personaggi, nazioni e ideologie molto diverse tra loro si sono alleati contro un nemico comune, e anche quella tra Pd e Ncd potrebbe avere una sua logica. Il governo Renzi si trova ad affrontare alcuni grandi problemi, uno di questi è rappresentato da Grillo e dall’antipolitica. Berlusconi ormai è del tutto inafferrabile e in parte squalificato. Ciò spinge obbligatoriamente Pd e Ncd ad avere un rapporto saldo.



Nel contesto di questo rapporto, come vede il confronto tra Alfano e Berlusconi?

Finché c’è Berlusconi è molto complicato fare un partito alternativo di centrodestra, e credo che in questo momento non ci stia riuscendo nemmeno Alfano. La possibilità che ha Alfano è quella di rimanere in piedi appoggiandosi a Renzi, nella speranza che Berlusconi non duri in eterno. Nello stesso tempo il vantaggio di Renzi è quello di trovare in Ncd un alleato che gli garantisce un vantaggio numerico. Si tratta di due interessi convergenti, ma non vedo nulla di più in questa alleanza.

Se l’obiettivo di Alfano è prendere il posto di Berlusconi, allearsi con Renzi non rischia di squalificarlo?



Assolutamente no. Nessuno degli elettori di centrodestra nutre una particolare avversione per Renzi. L’anticomunismo di Berlusconi negli ultimi anni è dipeso dal fatto che i suoi elettori sono sempre stati persuasi che il Pds/Ds/Pd fossero comunque “derivati” del Pci. In effetti tutti i leader di centrosinistra prima di Renzi affondavano le loro radici nella Prima Repubblica, in una storia molto particolare di Guerra Fredda. Gli elettori di Berlusconi ovviamente comprendevano che D’Alema non intendeva rifondare il comunismo, ma pensavano che il suo atteggiamento fosse un naturale sviluppo delle sue origini comuniste. Questa per circa metà degli italiani è stata per venti anni una ragione sufficiente per votare Berlusconi.

 

Che cosa è cambiato con l’ascesa al potere di Matteo Renzi?

Con Renzi tutto ciò che valeva negli ultimi venti anni oggi non vale più, perché il nuovo leader del centrosinistra ha abbandonato praticamente tutte le procedure e le cerimonie della sinistra ufficiale italiana. Renzi non riceve i sindacati a Palazzo Chigi, va contro la pubblica amministrazione, riduce gli stipendi ai funzionari dello Stato. Tutti provvedimenti che non possono dispiacere agli elettori di centrodestra. Un’alleanza con Renzi non finirà quindi sicuramente per danneggiare Alfano, perché in questo momento non è più una questione di destra o di sinistra. Il problema di Alfano è che mentre si appoggia a Renzi, deve trovare il modo di liberarsi di Berlusconi.

 

(Pietro Vernizzi)