Quella delle elezioni europee 2014, si prospetta una tornata molto complicata per Forza Italia in occasione del rinnovo del Parlamento europeo. Il 25 maggio, giorno in cui i cittadini italiani saranno chiamati ad indicare i loro rappresentanti a Bruxelles, non sarà infatti presente il nome di Silvio Berlusconi che solitamente riesce a trainare la principale lista del centrodestra già indebolita in partenza dalla scissione operata da Angelino Alfano che ha portato alla nascita di NCD. Considerata la tradizionale funzione di catalizzatore di voti ed entusiasmo di Berlusconi, che va ad unirsi ad uno stato di salute abbastanza preoccupante del partito, sono in molti a prevedere un drastico calo di consensi per Forza Italia. Oltre all’assenza del fondatore, dovuta alla condanna definitiva che lo ha costretto alla impossibilità di candidarsi, sul partito che è appena tornato in vita dopo la parentesi del Popolo della Libertà pesa anche la situazione oggettivamente difficile creata dal duello tra Matteo Renzi e Beppe Grillo, che potrebbe sfociare in un confronto capace di calamitare consensi della parte di elettorato intenzionata ad esercitare il proprio diritto di voto. Per quanto riguarda il programma elaborato da Forza Italia per le elezioni europee, si compone di pochi ma importanti punti: il primo prevede una comune politica economica, fiscale ed estera, da realizzare in particolare tramite l’elezione diretta del presidente del governo continentale. In questa richiesta riecheggiano perciò fortemente le suggestioni di quella elezione diretta del presidente che ormai da anni è uno dei punti centrali del programma di Berlusconi, che prevede la trasformazione della nostra Repubblica da parlamentare in presidenziale. Nel tentativo di recuperare consensi anche nelle parti più deboli della popolazione italiana, quella più esposta al rigore imposto dalla Merkel ai paesi in difficoltà sul versante del bilancio statale, anche Forza Italia chiede l’eliminazione di quel Fiscal Compact che pure è stato approvato grazie ai suoi voti in Parlamento. Eliminazione alla quale andrebbe poi aggiunta la possibilità di sforare quel 3% annuo nel rapporto tra deficit e Pil che impedisce in pratica di mettere in campo politiche per lo sviluppo considerate ormai ineludibili e in assenza delle quali sembra aleatorio riuscire ad invertire una situazione economica ancora in fase di stallo. Anche il ruolo della Banca Centrale Europea è oggetto del programma di Forza Italia, nel quale l’istituto guidato da Mario Draghi dovrebbe trasformarsi in un prestatore di ultima istanza, in grado di stampare moneta ed emettere eurobond. Anche in questo caso, quindi, una profonda modifica la quale andrebbe nel senso di una nuova banca centrale in grado di fungere da propulsore per l’economia e di difensore degli stati meno forti dalla speculazione internazionale che in questi anni ha messo in ginocchio interi paesi. Infine, andrebbero rinegoziati tutti i trattati firmati a livello europeo. Va infine ricordato che Forza Italia fa parte della famiglia dei popolari europei e che di conseguenza appoggia la candidatura di Jean Claude Juncker alla presidenza della Commissione Ue.