Tra le liste chiamate a partecipare alle elezioni europee 2014, che si svolgeranno domenica 25 maggio e che rinnoveranno il Parlamento di Bruxelles, c’è una certa curiosità per L’altra Europa con Tsipras, il raggruppamento che ha riunito la maggior parte dei partiti della cosiddetta sinistra radicale e che promuove la candidatura di Alexis Tsipras alla guida della Commissione europea. La lista vede la partecipazione non solo di Rifondazione Comunista e Sinistra, Ecologia e Libertà, tradizionali punti di riferimento di coloro che si muovono alla sinistra del Partito Democratico, ma anche di una lunga serie di prestigiose personalità provenienti dal mondo del giornalismo e della cultura, a partire da Barbara Spinelli, Paolo Flores D’Arcais, Andrea Camilleri, Luciano Gallino e Andrea Scanzi, accomunate dalla necessità di dare un nuovo indirizzo alla costruzione europea in grado di stemperare il rigore di Angela Merkel e di promuovere politiche di sviluppo ormai considerate irrinunciabili. Nel corso delle ultime ore, anche Nichi Vendola ha deciso di denunciare l’atteggiamento di gran parte dei media verso L’altra Europa con Tsipras, aggiungendo la sua voce a quella di Paola Bacchiddu, giovane responsabile per la comunicazione della lista, la quale aveva postato una provocatoria foto che la ritraeva in bikini, suscitando molta curiosità. Negli ultimi sondaggi a disposizione, la lista Tsipras viene data pericolosamente vicina alla zona calda, quella rappresentata dalla soglia di sbarramento del 4%, superata la quale si potrebbe parlare di un parziale successo. Il programma presentato è naturalmente in linea con l’analisi di una situazione sociale reputata molto preoccupante, nella quale interi spezzoni di popolazione europea, in particolare i ceti popolari dei paesi che si sono dovuti sottoporre alle faticose politiche di rigore imposte per rimettere a posto i conti pubblici, sono ormai allo stremo. In questa ottica L’altra Europa per Tsipras vede nel mutamento dei trattati economici, a partire proprio da quello di Maastricht, una condizione ormai irrinunciabile. Anche il fiscal compact, di recente approvato dal parlamento italiano è visto con grande contrarietà dai proponenti, tanto da chiederne la sostituzione con un social compact in grado di riaffermare i valori del Welfare State che sono una peculiarità europea. La questione del debito pubblico viene invece affrontata con la proposta di una Conferenza sul Debito Europeo sul modello di quella che si tenne nel 1953 a Londra al fine di dare una soluzione alla questione dei debiti della Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale, permettendone la rinascita economica. La modifica dei trattati, negli intenti di L’altra Europa per Tsipras, vede una priorità nella ridefinizione dei compiti assegnati alla Banca Centrale Europea, tale da farne un prestatore e acquirente dei titoli statali dei paesi più esposti sul versante del debito, uno strumento in grado di inibire la grande speculazione internazionale. Speculazione che dovrebbe essere combattuta anche con drastiche limitazioni ai derivati, in particolare quelli che hanno come oggetto della scommessa i disastri finanziari.



Anche le politiche di redistribuzione del reddito sono al centro del programma elettorale della lista Tsipras, che prevede anch’essa un reddito minimo garantito visto come un mezzo non contrapposto alla ricerca della piena occupazione, ma come uno strumento in grado di contrastare i ricatti nel mondo del lavoro affermando il diritto a un’esistenza dignitosa. Per quanto riguarda questo aspetto, va ricordato anche il punto che prevede la lotta alle delocalizzazioni dovute al basso costo del lavoro, tramite la fissazione di una serie di obblighi preventivi come la restituzione di incentivi o riduzioni fiscali godute grazie alla legislazione degli Stati ospitanti, oltre all’assunzione dei costi derivanti dallo smantellamento delle strutture industriali e dalla bonifica dei terreni. Altro punto qualificante del programma di Tsipras è il deciso no all’alta velocità tra Torino e Lione, reputata assolutamente inutile e in linea con una concezione tendente a collegare le grandi dorsali europee ormai da superare. Sul tema dei diritti civili, è poi molto forte il richiamo a temi come la parità di accesso all’istituto matrimoniale, alla adozione e alla possibilità di avere figli per tutti, a prescindere dal proprio orientamento sessuale. Non manca poi un corposo accenno alla questione della difesa europea, da realizzare con l’integrazione degli eserciti nazionali snellendoli e riducendo le risorse destinate agli armamenti. In questa ottica, si va ad inserire anche l’abbandono della Nato da parte degli stati aderenti nel nostro continente e il disarmo nucleare.

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