Manca meno di un mese alle Elezioni europee. In Italia si voterà nella sola giornata di domenica 25 maggio e sarà un importante banco di prova per il governo Renzi, nonché per lo stesso presidente del consiglio, per la prima volta all’esame del voto popolare. Ma queste consultazioni saranno decisive anche per il Movimento 5 stelle di un Beppe Grillo che studia da premier e per una Forza Italia ormai orfana di Silvio Berlusconi. Le urne ci regaleranno sorprese inattese? Lo abbiamo chiesto, non senza difficoltà, a Nicola Piepoli, in trasferta a Parigi. Nonostante gli scherzi della linea telefonica giocati dalla metropolitana con la quale attraversava la capitale della Francia (la fermata di Montparnasse non ci ha aiutato), è riuscito a darci una fotografia degli orientamenti italiani, ponendo il focus dell’attenzione al sentimento antieuropeista diffusa nel Vecchio Continente.



Il 25 maggio si voterà per le Europee. In vista dell’election day si fa strada la certezza che il Partito Democratico si confermerà saldamento come prima forza. Sarà così?

Sì, il Pd è là in cima con il 34% delle indicazioni di voto.

La fiducia in Matteo Renzi rimane dunque alta…

Rimane alta, nonostante faccia registrare un lievissimo ribasso. Nell’ultimo mesetto è passata dal 64 al 61%. Ma è un dato di tutto rispetto, mica è da tutti.



Paga forse, seppur poco, l’impasse sulle riforme?

Non credo. Ci sono state tante questioni, esterne al nostro Paese (penso all’Ucraina) che hanno distolto l’attenzione dell’opinione pubblica. A par mio, complessivamente, il presidente del consiglio si sta comportando bene e il 61% lo dimostra.

Non se la passa certo bene invece Silvio Berlusconi. Forza Italia pare in flessione e in perdita di voti: a chi andranno? M5s, Pd o Ncd?

Allora, calma. Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano è attorno al 6%, ma ricordiamoci che si presenta in coalizione insieme all’Udc e ai Popolari. E – attenzione attenzione! – Berlusconi è salito di mezzo punto: ora è molto vicino al 20%, mentre il Movimento 5 stelle è al 24%.



Il Boom di Grilllo è solo fantomatico?

Beh, si parla di 10 punti di distacco, che rimangono costanti. Il trend è questo, per farlo cambiare ci vorrebbe un colpo di teatro, un Beppe Grillo che si denuda in pubblico…non lo so! A oggi c’è ben poco da segnalare.

Con questo vuole dire che non c’è (tanto) passaggio di voti tra i partiti? I rapporti di forza sono già ben delineati?

Non vorrei passere per un noioso sondaggista, ma c’è abbastanza calma piatta. Da sottolineare il fatto che Silvio Berlusconi resiste, e bene: ha un’anzianità robusta e sana…

Dando invece un occhio ai partiti attorno alla soglia di sbarramento, come se la passano Lega Nord e Lista Tsipras?

Quello della Lega è una specie di mistero: all’ultimo istante, ogni volta (compresa questa), ce la fa. Per quanto riguarda invece la Lista Tsipras, che oscilla su quel 4%, è difficile fare una previsione. Può entrare o rimanere fuori per pochissimo.

 

Mentre la dimensione di incerti e astenuti?

Gli astenuti sono (circa) più di un terzo, tra il 33 e il 40% e si sommano a quel 30% di incerti che invece andrà a votare.  

 

Ma il fatto che Grillo e Berlusconi dicano le stesse cose, cavalcando a braccetto l’ondata dell’anti-euro e dell’anti Europa, è sintomatico del fatto che puntano a conquistare lo stesso elettorato?

Non è che mirano allo stesso elettorato, è che entrambi hanno in mentre queste cose! Ma mica sono gli unici.  Come le dicevo, sono a Parigi e ho letto su Le Monde una cosa molto interessante, che è bene avere a mente in vista del voto di fine mese….

 

Prego.

Non solo a livello italiano, ma anche continentale, l’area anarchica e antieuropea è molto forte; sotto diverse guide – se in Italia è Grillo e parte del centro-destra, in Francia è l’estrema destra – riesce a mettere insieme un terzo dei pezzi che andranno a comporre il Parlamento europeo. 250 seggi su 750 non sono pochi: significa un parlamento più difficile del solito.

 

(Fabio Franchini)