Giugno sarà un mese “cruciale” per le riforme, anche se appuntamenti determinanti da questo punto di vista non mancheranno anche nei prossimi mesi. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parlando di fronte alla direzione del Partito democratico. L’obiettivo sarà quello di approvare “rapidamente” la riforma del Senato e quindi “entro l’estate la legge elettorale”. Prevista per il 2 luglio intanto la “presentazione delle linee guida per il semestre di presidenza italiana dell’Ue”. Le altre riforme all’ordine del giorno sono quelle della pubblica amministrazione, della giustizia e il provvedimento sulla competitività. Ne abbiamo parlato con Luciano Violante, ex presidente della Camera dei deputati.



Che cosa cambia sul piano delle riforme dopo le elezioni europee?
La forza di Renzi è maggiore. Ora ha il dovere di esercitare senza presunzioni il potere politico che il voto gli ha conferito. Deve prestare più attenzione  alle opinioni degli altri.

I risultati del voto accelerano o rallentano le riforme?
Il voto accelera le riforme, anche se il problema non è tanto accelerare quanto fare delle buone riforme, o meglio interrogarci su quali riforme servono al Paese.



Che cosa faranno a questo punti i piccoli partiti come la Lega?
Non so che cosa farà la Lega nord, vista la torsione neofascista che ha assunto per il rapporto con Marine Le Pen; non so inoltre in che modo Forza Italia, che in Europa fa parte del Ppe, filo europeo, possa intendersi con la Lega alleata della signora Le Pen, anti-Ue.

Berlusconi esce indebolito. Vorrà continuare sulla strada delle riforme o ha capito che non paga?
Ritengo che Berlusconi continuerà con le riforme, anche perché l’isolamento e lo schiacciamento su posizioni estremiste avvantaggerebbe solo la Lega e Ncd. Se assumesse posizioni moderate e riformatrici Berlusconi potrebbe recuperare voti e consensi.



Lei cosa prevede per la riforma del Senato alla luce di quanto ha detto Renzi?
Il mio auspicio è che si opti per un’elezione indiretta del Senato, in quanto un’elezione diretta ci porterebbe di nuovo al bicameralismo paritario. Un disastro. La riforma sarebbe inutile. Poi spero che il futuro Senato possa costituire un contrappeso costituzionale rispetto alla Camera che sarà eletta con una legge fortemente maggioritaria. Le grandi leggi, ad esempio le riforme costituzionali, devono restare bicamerali.

Perché dice che un’elezione diretta del Senato sarebbe addirittura un disastro?
Perché una Camera eletta direttamente dai cittadini deve avere la possibilità di esprimere il voto di fiducia; se si dà questo potere anche al Senato non cambia niente.

Su quale proposta è possibile trovare una convergenza?

C’è un testo importante firmato da vari senatori del Pd il quale propone per il Senato italiano un sistema come quello francese, con una vasta platea di amministratori locali e regionali i quali eleggono i senatori.

Quali ostacoli possono ancora incontrare le riforme?
Bisognerà vedere quale atteggiamento assumerà il M5S, se continuerà a fare ostruzionismo o se vorrà comportarsi seriamente. Io spero che scelga la seconda alternativa, perché ci sono parlamentari seri e preparati la cui competenza è mortificata.

Davvero ritiene che il M5S potrebbe accettare il dialogo sulle riforme?
Non possono restare per cinque anni a fare chiasso in aula come se fossero dei ragazzini quando manca il maestro. Questo luddismo parlamentare non ha portato loro i consensi che si aspettavano. Anche perché i cittadini non apprezzano un comportamento parlamentare puramente distruttivo. La politica dei cartelli, degli insulti e delle magliette non suscita fiducia.

(Pietro Vernizzi)