“Berlusconi è e sarà il leader del centrodestra ancora per molto tempo, smetterà di rivestire questo ruolo solo quando Renzi lo candiderà per il Quirinale”. Ne è certo Gianfranco Rotondi, onorevole di Forza Italia ed ex ministro per l’Attuazione del programma. Dopo le elezioni Silvio Berlusconi ha aperto a Matteo Salvini, ufficializzando il sostegno di Forza Italia ai referendum promossi dalla Lega nord e confermando l’alleanza strategica tra i due partiti. Tra le ipotesi anche le primarie di coalizione, con Salvini che potrebbe guidare l’intero centrodestra alle prossime elezioni.



Onorevole Rotondi, che cosa ne pensa di Salvini come leader del centrodestra?

Io leggo le parole di Berlusconi in un altro modo. Il Cavaliere fa il suo mestiere di capo del centrodestra e prova a mantenere la parte di coalizione che resta in piedi dopo lo tsunami, e cioè Forza Italia, Lega nord e Fratelli d’Italia. Non trovo che quella di Berlusconi sia una benedizione a Salvini, ma la conferma di un’alleanza che ha timbrato tutte le sue vittorie: nel 1994, nel 2001 e nel 2008.



Quanto sta cambiando la Lega sotto Salvini?

La Lega di Salvini è in crescita soprattutto nel Mezzogiorno. Mi sembra evidente che c’è un’altra Lega rispetto a quella anti-meridionale di un tempo, e c’è un altro Mezzogiorno il quale anziché temere il federalismo lo cerca.

Perché Salvini non può fare il leader del centrodestra?

Salvini guida benissimo la Lega al pari di quel grande nocchiero che è stato Umberto Bossi. Bossi è stato ed è un grande italiano e noi dobbiamo essergli grati per il fatto di avere mostrato la bandiera della secessione ma per evitarla. L’unità nazionale si è salvata grazie alla capacità di Bossi di trattenere le forze centrifughe nordiste consolidando il senso dell’unità nazionale. Salvini è su questa linea, sfonda a Roma e dialoga col Sud. Con tutto ciò il leader del centrodestra è Berlusconi, lo dicono gli elettori che lo hanno votato persino in cattività.



Resta il fatto che nei confronti degli ultimi tre governi, Monti, Letta e Renzi, Forza Italia e Lega hanno avuto due posizioni diametralmente opposte…

Ha avuto ragione la Lega nord. Non mi sembra che negli ultimi tempi Forza Italia ne abbia indovinate molte.

 

Vuole dire che da questo momento la posizione di Forza Italia verso Renzi cambierà?

Non credo. Con Renzi c’è solo un’intesa sulle riforme e questa intesa andrà avanti. Non siamo giocolieri né saltimbanchi, siamo artisti d’alto bordo e quindi mandiamo in scena sempre la stessa trama. La nostra opera d’arte sarà la grande riforma con Matteo Renzi: in fondo a essa ci sarà la sfida e contiamo di vincerla noi.

 

Che cosa può dare la Lega in più a Forza Italia?

Forza Italia non dipende dalla Lega, ma da sola dove va? Bisogna ricostruire un centrodestra vincente, e senza la Lega sarebbe perdente.

 

Salvini è un giovane, può aiutare Forza Italia a rigenerarsi?

Forza Italia è un partito fin troppo vivace, in questo momento è quello che ha la dialettica interna più forte. Tutti prima dicevano che Berlusconi era il padrone del partito, mi sembra che si stia confrontando con pari dignità con tutti.

 

Il Pd è guidato da un 39enne e prende il 40% dei voti, Forza Italia da un 78enne e prende il 16%. E’ davvero un caso?

Magari Renzi alla fine del giro proporrà Berlusconi per il Quirinale. Adesso può far sorridere e sembrare una battuta, ma la politica italiana cambia e di tempo davanti a sé ne hanno molto sia Berlusconi sia Renzi.

 

Lei dice che la partita sulle riforme come esito finale avrà la candidatura di Berlusconi al Quirinale?

La stagione dell’impegno politico di Silvio Berlusconi non è finita, e ci darà ancora delle belle sorprese. Belle innanzitutto per l’Italia che domanda governabilità e pacificazione.

 

(Pietro Vernizzi)