Enfasi a tutta pagina ieri da parte di tutti o quasi i media nel riportare la notizia che gli atti della Commissione Anselmi sono da adesso disponibili online. Tina Anselmi, storico esponente della Democrazia cristiana, guidò la commissione che si occupò di chiarire i rapporti tra la loggia massonica P2 – quella di Licio Gelli per intenderci – e gli eventi eversivi degli anni 70, dal 1981 al 1985, quando chiuse i lavori. Documenti che, viene detto, sottolineano il legame di Gelli con lo stragismo eversivo di estrema destra, ad esempio gli attentati dell’Italicus o quello di Piazza della Loggia a Brescia. In realtà, come ha detto a ilsussidiario.net Altero Matteoli che di quella commissione fu parte, anche se da adesso questi atti sono in Rete non c’è nulla di nuovo rispetto quanto non sia già stato detto da anni. “Il giudizio storico su quella stagione non cambierà con la messa online di quei documenti, la massoneria è stata implicata in minima parte e, come nel caso di Gelli, più per fini personali che per chissà quale disegno oscuro”.



Onorevole Matteoli, lei ha fatto parte della Commissione Anselmi: cosa dobbiamo aspettarci dalla messa online dei documenti relativi?

Il fatto che adesso quella documentazione sia consultabile online non credo possa cambiare il giudizio che ognuno di noi ha dato sulla P2.

Ci aiuti allora a ricordare questo giudizio, quanto scaturì dai lavori della Commissione.



Allora feci una relazione di 250 pagine su quella documentazione e confermo oggi quanto ho sostenuto ai tempi.

Cioè?

Sostanzialmente quello che si può dire di quei lavori è che dei nomi che vennero fuori nell’ambito dell’inchiesta, circa un migliaio, la stragrande maggioranza è risultata estranea a qualunque coinvolgimento di tipo eversivo o di corruzione a fini politici. Ne rimasero una cinquantina, quelli che possiamo definire dei filibustieri tra cui diversi esponenti dell’esercito italiano, ma della stessa loggia massonica P2 risulta una presenza assai minoritaria.  



Tra cui Licio Gelli, giusto? Dai documenti della commissione appare chiaro il suo coinvolgimento in qualità di finanziatore di episodi eversivi legati al terrorismo nero. Conferma?

Di Licio Gelli si possono dire molte cose, quello che fuoriesce da quei documenti è un personaggio particolare che ha preso parte a tutto l’arco dei partiti. E’ stato fascista, è stato anti fascista, è stato democristiano, è stato contro la Democrazia cristiana. Un personaggio ambiguo che ha cambiato idea con facilità come uno cambia i propri materassi. Questo è il personaggio Gelli. 

Intende che abbia usato anche la massoneria per i suoi fini personali?

Probabilmente sì. Pensare oggi che lo Stato italiano abbia avuto paura di uno come lui fa quasi sorridere.  Come ho detto, era un personaggio strano, un personaggio curioso che mentre faceva il partigiano era contro i partigiani. Poi a un certo punto fece comodo a molti farlo passare per il Belfagor di machiavellica memoria, quello che manovra tutto e tutti nell’ombra. 

 

Non ci sono dunque oscuri disegni massonici? La massoneria è sempre stata nota per presunti intrecci con la politica, per una capacità di influenzarne le decisioni. 

Non sono massone e non ho mai fatto parte della massoneria, però sono contrario a chi vuole screditare tutto e tutti, anche la massoneria, al cui interno sono certo ci siano persone rispettabilissime. Non ho mai condiviso quell’atteggiamento di discredito. 

 

In questi ultimi tempi però si torna a parlare di massoneria. c’è chi ha lanciato accuse pesanti nei confronti del presidente del consiglio Matteo Renzi, parlando di legami con la P2 addirittura.

Mi pare che in Italia ci sia la tendenza ad applicare etichette di comodo. Se si vuole screditare un avversario che è del meridione si dice che è mafioso, se invece è del centro si tratta di un massone. Pensare che Renzi diventa presidente del Consiglio grazie alla massoneria credo sia fare un torto a Renzi e dare alla massoneria una capacità che io non ho mai visto in lei.