“Si tratta di uno sciopero umiliante quando qui tutte le famiglie, nel Paese reale tirano la cinghia. Facciano e poi confrontiamo i numeri e quanto costano le sedi regionali”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dopo lo sciopero dei giornalisti Rai indetto per l’11 giugno per protestare per il taglio da 150 milioni di euro deciso dal governo. Per l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, “nel momento in cui l’intero Paese sta facendo dei sacrifici, è giusto che anche alla Rai si tiri la cinghia e nello stesso tempo si migliorino i programmi, alcuni dei quali sono inguardabili”.



Che cosa ne pensa dei tagli da 150 milioni di euro alla Rai?

Sono stato dipendente Rai per 27 anni, e ho lavorato anche come direttore del TG1. Anch’io quindi in passato ho contribuito a spendere, ma oggi ritengo giusto che anche la Rai faccia la sua parte di sacrificio. Certo non sono più i momenti belli in cui si poteva spendere senza problemi, e non voglio dire spandere, ma nel momento in cui si fanno dei sacrifici è giusto che li faccia anche la Rai. La vera priorità deve essere investire bene le risorse disponibili per i programmi. Quando parlo del mio passato dico sempre che per me la Rai è stata madre e non matrigna, stiamo parlando di un’azienda che ha grande valore e grandi professionalità. 150milioni di risparmi non sono né pochi né tanti, in passato ne sono certamente stati sprecati tanti. Nel momento in cui l’intero Paese sta facendo dei sacrifici, è giusto che anche alla Rai si tiri la cinghia e nello stesso tempo si migliorino i programmi, alcuni dei quali sono inguardabili.

La vendita di Rai Way è davvero un favore di Renzi a Berlusconi?

Non lo so, io sono un vecchio (in tutti i sensi) cronista. Ho lavorato per 25 anni per Berlusconi e non so quali favori abbia ricevuto Berlusconi dalla Rai. Osservo con tristezza i milioni che si buttano per i calciatori, gli allenatori e i vice-allenatori, e quindi non si può negare che di soldi ne siano stati sprecati. Si viaggiava alla grande, si vendeva alla grande, e forse abbiamo vissuto troppo alla grande. Io per l’età che ho posso solo guardare da spettatore, ma sempre con grande stima per ciò che la Rai ha rappresentato nella mia vita.

Stefano Balassone, ex consigliere d’amministrazione della Rai, ha dichiarato che lo sciopero ha detto: “Penso che sia un grosso errore anche sul piano semplicemente tecnico”. E’ d’accordo con lui?

Quando si parla di enti che rappresentano un caposaldo dell’informazione come la Rai, sono sempre da guardare e osservare con rispetto, perché chiunque deve poter difendere i propri diritti, ma con sospetto perché in questo momento è l’informazione che dovrebbe essere protagonista. Lo sciopero dei giornalisti Rai mi lascia sinceramente perplesso. Ho sempre rispettato gli scioperi, ma non ho mai rispettato quelli che finiscono per danneggiare il pubblico. Non condivido quindi questo sciopero, avrei preferito un altro tipo di protesta, una volta per esempio si toglievano le firme. Non è che a forza di scioperi si migliorino le situazioni, gli scioperi servono a segnalare e a proporre un disagio, ma non a risolverlo.

 

Il futuro della tv in Italia è ancora il duopolio Rai-Mediaset o bisogna uscire da questa logica?

Bisogna guardare al futuro in modo diverso. Il duopolio è superato, rappresenta una sorta di privilegio che deve essere certamente ridimensionato. Se dal duopolio si passa al triopolio o al quadripolio, è ancora meglio perché quando sul mercato c’è la concorrenza non si può che trarne vantaggio.

 

(Pietro Vernizzi)