Ma che fase sta attraversando la politica italiana? Siamo di fronte a una grande trasformazione o a un grande assestamento? Che cosa sta producendo di fatto quello che, innegabilmente, si può ormai definire il “fattore Renzi”? Al di là del dibattito sulle riforme, sulla profondità della crisi economica e sui segnali, molto deboli, di ripresa, in queste ultime settimane, dopo il voto delle europee, ma non solo per quello, c’è un grande rimescolamento della carte tra gli schieramenti politici. Stefano Folli, grande analista di politica, editorialista del Sole 24 Ore, ex direttore del Corriere della Sera, si pone anche lui delle domande. “Non è ancora del tutto chiaro quello che sta accadendo. Si può dire che si sta strutturando un sistema maggioritario, ma al momento è come se a questo sistema mancasse qualccosa. Ed è un fatto di non poco conto. Manca l’alternativa, che esiste in tutti i Paesi che hanno sistemi maggioritari”.



Ben tre partiti in queste ultime settimane hanno letteralmente cambiato strategia: la Lega Nord, il Movimento 5 Stelle, la stessa Forza Italia di Silvio Berlusconi, che alla fine arriverà a un accordo sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale.

Sì, certamente, alla fine l’accordo si raggiungerà. Ma osservando la cronaca di queste ultime settimane, in riferimento agli schieramenti politici, direi che non solo si è visto il cambiamento di rotta dei tre partiti appena citati. Bisogna aggiungere a questo la dissoluzione di due altri partiti: Scelta Civica e la stessa Sel di Nichi Vendola. Non è cosa da poco in un arco di tempo tanto breve.



Si può dire che tutto questo sia frutto del risultato elettorale delle elezioni europee?

Fino a un certo punto. Il fatto è che nella situazione italiana si è come acceso un potente elemento di attrazione e tutti sembrano costretti a fare i conti con questa nuova realtà. Per cui alcuni cambiano rotta, altri appaiono come una costellazione intorno al nuovo Pd di Matteo Renzi. Che cosa può diventare Sel? Solo un partito che nella stragrande maggioranza confluisce nel Pd e va a farne la sinistra dall’interno. Anche per questa ragione parlo di una struttura maggioritaria in formazione.



Come definirebbe questo ruolo che Matteo Renzi ha assunto?

Inutile girare intorno ai problemi. Renzi è oggi il perno del sistema politico italiano. Ed è incredibile che tutto questo sia avvenuto così rapidamente, senza tra l’altro che ci sia stata una consultazione elettorale politica nazionale.

Ma una svolta maggioritaria era da tempo nelle cose, in fondo, dopo aver vissuto tantissimi anni in un sistema proporzionale che costringeva spesso al cambiamento di governo. Dopo quello che si è verificato nel passaggio tra la cosiddetta prima e la cosiddetta seconda Repubblica.  

Si possono fare diversi ragionamenti e cercare molte spiegazioni probabilmente. Ma il problema è che l’affermazione di Renzi appare rassicurante per una grande parte degli italiani, come del resto fu rassicurante per un certo periodo Berlusconi. Tutto questo andrebbe contemplato in un sistema maggioritario e nello stesso tempo bipolare. In altri termini che sia pronto il ricambio di una forza politica in caso i risultati del governo venissero a mancare. Ebbene tutto questo al momento non si vede. Tutto e tutti girano intorno al nuovo perno del sistema politico nazionale.

 

Un’eventuale nuovo schieramento di centrodestra non sembra un’alternativa?

Direi proprio che l’attuale situazione del centrodestra assomiglia a quella di una realtà che vive in un continuo stato di logoramento. E questo per un nuovo sistema politico, maggioritario e bipolare, non è un fatto positivo. Ma questa è la realtà politica italiana che stiamo vivendo.

 

Forse gli italiani cercavano delle rassicurazioni per il momento di grande crisi che stanno vivendo. E’ ipotizzabile una spiegazione di questo tipo?

Sì, è possibile pensare che le delusioni politiche e la durezza della crisi economica abbiano portato a questa ricerca di rassicurazione. In fondo i segnali di una ripresa sono debolissimi, anche se si vede la voglia di uscirne, di mettersi in gioco, di reagire. Non c’è dubbio che nell’affrontare problemi di questa portata ci sia la necessità di una rassicurazione. Esiste però il problema di fondo, che non tutto può essere legato al personaggio, alla persona. E’ un sistema politico che poi garantisce la tenuta e il progresso di un Paese.

 

(Gianluigi Da Rold)