“Tutti i ministri che in passato si sono assunti la responsabilità di tentare la riforma della giustizia sono stati massacrati. Andrea Orlando sta cercando di andare con i piedi di piombo per evitare di sfidare la casta dei magistrati e fare la stessa fine”. E’ l’analisi di Piero Sansonetti, direttore de Il Garantista, dopo che il ministero della Giustizia ha pubblicato sul suo sito web una scheda che riassume i punti della riforma. Tra le principali questioni all’ordine del giorno ci sono corsie preferenziali per le imprese e le famiglie, interventi per la riduzione dei tempi e degli arretrati e la semplificazione del processo civile.



Come valuta i contenuti della riforma della Giustizia anticipati da Andrea Orlando sul sito del ministero?

Dichiarare che il processo civile non può durare più di un anno è una splendida intenzione, ma non è ancora una riforma della giustizia. Tutti sono d’accordo, ma che basti dirlo per farlo è tutto da vedere.



Da un punto di vista di metodo che cosa ne pensa della scelta di presentare la riforma con delle slide su Twitter?

A prima vista potrebbe sembrare un passo nella direzione della democrazia partecipativa. Purtroppo però ho l’impressione che il vero significato sia un po’ diverso…

E sarebbe?

E’ la famosa “fifa blu”. Il mondo politico ha paura dei giudici, nessuno osa mettere la sua faccia sulla riforma della giustizia, e questa idea di discuterla su Twitter anziché in consiglio dei ministri, anziché una grande apertura, è una mancata assunzione di responsabilità. Il motivo è semplice, i ministri che si sono assunti la responsabilità di tentare la riforma della giustizia sono stati tutti massacrati.



Sarà questo il destino di Orlando?

Orlando, che è una persona intelligente e prudente, cerca di andare con i piedi di piombo. Non mi sembra intenzionato a sfidare la casta dei giudici che oggi come oggi nessuno ha il coraggio di sfidare perché il rischio è veramente grandissimo. L’idea di discutere le intercettazioni con i direttori dei giornali è quasi comica, in quanto i direttori dei giornali sono i responsabili della barbarie delle intercettazioni. Sarebbe quindi come discutere di un delitto insieme all’assassino. In questa decisione di aprire la discussione all’esterno, ho l’impressione che ci sia una certa dose di ipocrisia e anche molta paura.

Come sono legati tra loro la riforma della giustizia e il conflitto ventennale tra Berlusconi e i magistrati?

I magistrati usano il conflitto con Berlusconi come un’arma, una pistola puntata sulla politica, un ricatto per impedire la riforma della giustizia. I magistrati non vogliono alcuna riforma della giustizia, tanto è vero che appena si tenta di fare una piccola legge come lo svuota carceri si scatena il finimondo.

 

In che cosa consiste il ricatto di cui parla?

Nel fatto che i magistrati vogliono far passare l’idea che la riforma della giustizia serva per salvare Berlusconi. Il paradosso però è che le leggi attraverso cui il Cavaliere è stato condannato erano state approvate dalla stessa maggioranza di centrodestra. Quindi è un tema che non esiste, ma un’arma di ricatto molto forte.

 

Che cosa ne pensa del caso del sottosegretario Ferri, che ha mandato degli sms per supportare i suoi candidati al Csm?

E’ un fesso perché si è fatto scoprire. Lo fanno tutti e non si fanno prendere (ride, Ndr). Scherzi a parte, ritengo che il sottosegretario Ferri dovrebbe dimettersi. Del resto non capisco che cosa ci stia a fare un magistrato come sottosegretario alla Giustizia. Allora perché non nominiamo Susanna Camusso come sottosegretario al Lavoro? Sarebbe la stessa cosa, anzi sarebbe meno clamorosa.

 

Al di là del giudizio morale su Ferri, qual è il vero significato di quanto è avvenuto?

Come ha detto di recente il procuratore Marcello Maddalena, il correntismo divora il Csm. Il Consiglio Superiore della Magistratura non ha più nessuna autorevolezza, è solo un luogo di lotta fra le correnti e Ferri fa parte di questo gioco.

 

(Pietro Vernizzi)