E’ durato poco più di un’ora e mezza l’incontro tra le delegazioni di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che si è concluso poco fa alla Camera. “Mettiamo per iscritto cosa può restare in piedi e non perdiamo neanche un minuto – ha detto in chiusura il premier Matteo Renzi che a sorpresa ha preso parte all’atteso faccia a faccia – in modo tale che se son rose fioriranno. Ma riconosco ai cinquestelle che sul ballottaggio c’è apertura. C’è lo scoglio preferenze che è molto forte. C’è lo scoglio di rappresentanza dei partiti piccoli”. E proprio le preferenze rappresentano il punto di maggior attrito: “Dal nostro punto di vista ci sono punti importanti da cui non si può prescindere”, ha spiegato Luigi Di Maio (M5S), secondo cui “dopo otto anni di Porcellum” bisogna necessariamente tornare alle preferenze. “Tra la nostra proposta e la vostra non c’è il Rio della Amazzoni – ha precisato Renzi – c’è un ruscello che non è detto che riusciremo a colmare. Capiremo se nei testi potremo trovare un punto di equilibrio”.
Questa la proposta del Movimento 5 Stelle sulla riforma della legge elettorale: “Il primo punto è un proporzionale senza soglie di sbarramento per colmare un deficit di rappresentatività dato dal doppio turno – ha detto il deputato M5S Danilo Toninelli durante l’incontro con il Pd alla Camera – Al primo turno vince chi prende un voto più del 50%, altrimenti c’è il ballottaggio”. “Voi – ha aggiunto – parlate di certezza della vittoria, a noi interessa la stabilità”. Altro punto “è la prassi non accettabile che un capo politico si presenti come in più circoscrizioni e poi possa scegliere dove prendere il seggio”.
Entro 15 giorni si chiudono le riforme costituzionali al Senato. Lo ha detto Matteo Renzi all’incontro, ancora in corso, tra Pd e M5S alla Camera. “Se continua l’ostruzionismo, ci vorranno al massimo 15 giorni, da quando si inizia a votare, lunedì prevedibilmente. Il giorno dopo siamo pronti a discutere della legge elettorale al Senato”, ha detto il premier. Per quanto riguarda la legge elettorale, invece, “se dovessi scegliere tra preferenze e primarie per legge personalmente sarei per la preferenza – ha aggiunto il segretario del Pd – Si è arrivati ad accordo che non le prevede tanto che come Pd facciamo le primarie: alcuni dicono di farle per legge, dobbiamo capire se il Movimento 5 Stelle è disponibile ad avere un meccanismo del genere. Personalmente non sono convinto di questo sistema perché ha un costo per lo Stato”.
E’ ancora in corso nella Sala del Cavaliere della Camera l’incontro tra la delegazione del Partito Democratico e quella del Movimento 5 Stelle. Tema principale è l’introduzione delle preferenze nella legge elettorale: “Dal nostro punto di vista ci sono punti importanti da cui non si può prescindere”, ha detto Luigi Di Maio, secondo cui “dopo otto anni di Porcellum” è necessario tornare alle preferenze. “Io che sono del Sud so che le preferenze hanno alcune degenerazioni – ha aggiunto il vicepresidente della Camera – ma questo non significa che non si possono usare controbilanciamenti”. Di Maio ha quindi proposto un sistema elettorale totalmente proporzionale con il ballottaggio al secondo turno. Ha preso quindi la parola il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani: “Ci sono alcuni punti che ci dividono, se non partiamo da quelli è difficile discutere”. Tra questi c’è il tema governabilità, prioritario secondo l’esponente democratica. “La riforma elettorale è maggioritaria o proporzionale, di solito poi le preferenze si accompagano al proporzionale. Ma aiutateci a capire se siamo d’accordo ai punti fondamentali, altrimenti è complicato discutere sui dettagli”, ha detto.
Alla fine c’è anche Matteo Renzi all’incontro tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che ha preso il via pochi minuti fa nella Sala del Cavaliere della Camera dei deputati. La presenza del premier era in forse, ma iniziata la diretta anche lui è intorno al tavolo insieme agli altri deputati per discutere di riforma elettorale. Per l’M5S ci sono i capigruppo di Camera e Senato, Paola Carinelli e Vito Petrocelli, oltre a Danilo Toninelli, l’ideatore del Democratellum, e il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Per il Pd, invece, oltre a Renzi ci sono il capogruppo alla Camera Roberto Speranza, il vicesegretario Debora Serracchiani e Alessandra Moretti.
Sta per iniziare l’atteso incontro tra la delegazione del Partito Democratico e quella del Movimento 5 Stelle in programma alle ore 15 presso la Sala del Cavaliere di Montecitorio. Inizialmente l’appuntamento era stato fissato per le 14 ma il Pd ha chiesto di rinviare di un’ora, come ha fatto sapere il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio su Twitter: “Il Pd ha chiesto di spostare alle 15:00 l’incontro #chefatica”. L’incontro, come avvenuto anche il 25 giugno scorso, verrà trasmesso in diretta streaming e si tornerà a discutere di riforma elettorale e preferenze: quasi certa l’assenza di Renzi, che invece si era presentato a sorpresa al faccia a faccia di tre settimane fa. “Non credo che ci andrò io, ora vediamo che delegazione hanno fatto”, ha detto il premier ai giornalisti al termine del vertice europeo di Bruxelles.
Il Partito Democratico ha chiesto di spostare l’incontro di oggi alle ore 15. Lo fa sapere su Facebook Luigi Di Maio, il vicepresidente della Camera che farà parte della delegazione del Movimento 5 Stelle. “Noi giochiamo a carte scoperte, sono loro che devono darci delle risposte – ha detto proprio Di Maio intervistato da La Repubblica – Per quanto ci riguarda, eravamo stati chiari fin dal primo in contro. Poi abbiamo illustrato i cinque punti nella risposta al Pd, mettendoli anche nero su bianco”. Le preferenze sono tra i punti, “adesso sono loro che devono dare risposte concrete. E poi, in ogni caso, bisognerà vedere come si svilupperà il confronto nel corso dell’incontro”, ha spiegato ancora.
Matteo Renzi e Beppe Grillo non parteciperanno all’incontro tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle in programma alle 14 di oggi alla Camera. “Non credo che ci andrò io, ora vediamo che delegazione hanno fatto”, ha detto il premier lasciando il vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo a Bruxelles. Chi prenderà quindi parte al tavolo per discutere soprattutto di riforma elettorale (e di preferenze, aspetto su cui i grillini non hanno intenzione di mollare)? Per l’M5S ci saranno i capigruppo di Camera e Senato, Paola Carinelli e Vito Petrocelli, oltre a Danilo Toninelli, l’ideatore del Democratellum, e il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Per il Pd, invece, in assenza di Renzi sarà presente il vicesegretario Debora Serracchiani, il capogruppo alla Camera Roberto Speranza e Alessandra Moretti.
E’ tutto pronto per l’incontro tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che si terrà alle 14 di giovedì 17 luglio alla Camera dei deputati e che verrà trasmesso in diretta streaming. Le due delegazioni si ritrovano dunque faccia a faccia dopo il mancato confronto inizialmente previsto dieci giorni fa per discutere di riforme e, in particolare, di legge elettorale. Dopo la lettera diffusa nei giorni scorsi dai deputati democratici, sul blog di Beppe Grillo è arrivata tempestiva la risposta: “Gentili dirigenti del PD, è sicuramente positivo che riprenda il confronto che avevamo avviato e che si era sospeso. Speriamo si possa ora procedere celermente verso una conclusione positiva. Tanto più che il Paese ha urgenze diverse e ancora più impellenti”, recita il testo. “Ora è necessario arrivare a una soluzione soddisfacente per tutti sulla legge elettorale, in modo da trovare un giusto equilibrio fra i problemi di governabilità e quelli della rappresentanza, garantendo la selezione di un ceto parlamentare all’altezza del compito di affrontare la crisi con competenza ed onestà”, scrivono ancora Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Paola Carinelli e Vito Petrocelli del Movimento 5 Stelle. “A questo scopo era finalizzato il Democratellum, alla cui stesura hanno partecipato decine di migliaia di persone. Il primo esperimento di successo di democrazia partecipata al mondo su un tema tecnico così delicato. E saranno quegli stessi cittadini a ratificare il risultato finale del nostro confronto al tavolo”. Ci sono poi altri aspetti della legge sui quali l’M5S aspetta una risposta, come “la questione delle preferenze e delle soglie di sbarramento, superamento delle coalizioni”, ma viene notata “con piacere” l’apertura manifestata dal Pd “sul tema della lotta alla corruzione ed in materia di immunità. Così come la riforma del Senato obbliga ad una riflessione su tutta l’architettura costituzionale, soprattutto in riferimento alla questione degli organi di controllo e garanzia”.