“La mia è un’agenda di legislatura fino al 2018, ma non possiamo permetterci di arrivare con la riforma a settembre. Se la palude vince adesso che abbiamo il 41%, la palude vince per sempre. Allora, nel caso, meglio andare alle elezioni”. Sono le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulle quali abbiamo chiesto un commento a Fabrizio D’Esposito, cronista politico del Fatto Quotidiano.



Il premier agita lo spettro delle elezioni anticipate, all’indomani della scelta di Grasso di ammettere il voto segreto su alcuni emendamenti relativi alla riforma del Senato. Renzi chi vuole spaventare?

Quello di Renzi è un azzardo, perché di andare al voto non ne ha nessuna voglia. Il premier sa che paradossalmente dopo la sentenza, Berlusconi può garantire la tenuta del patto meglio del Pd. Fino a martedì i renziani andavano a dire in giro che non ci sarebbe stato nessun voto segreto, ora invece si è deciso di estenderlo a una ventina di articoli. In questo modo si mette seriamente a rischio la tenuta del patto, e Renzi reagisce “minacciando” i suoi senatori che potrebbero anche sperare a un posto di nominati nella Camera con l’Italicum. Il messaggio di Renzi in pratica è: “Non fate scherzetti, o andiamo al voto e questa volta vi scelgo io”.



Anche dopo la sentenza Ruby favorevole a Berlusconi sembra che Forza Italia sia nervosa, con Minzolini che guida la fronda. Che succede nel partito del Cavaliere?

La sentenza di assoluzione per il caso Ruby ha riequilibrato i mal di pancia all’interno di Forza Italia. Augusto Minzolini comprende il disastro che si va paventando con questa riforma e agisce secondo coscienza. Per molti parlamentari di Forza Italia invece il confronto sulle riforme poteva essere l’arma definitiva per affossare la leadership di Berlusconi, in caso di condanna al processo Ruby. In questa eventualità avremmo avuto l’implosione di Forza Italia.



E invece?

Invece l’assoluzione ha rimesso Berlusconi al centro della leadership. Il Cavaliere in queste ore sta chiamando uno a uno tutti i senatori, e ciò contribuisce a fare rientrare i mal di pancia.

Adesso nel patto Renzi-Berlusconi chi comanda?

Il patto Renzi-Berlusconi incatena entrambi alla realizzazione delle riforme. Prima della sentenza sul caso Ruby, era Renzi a comandare, mentre Berlusconi aveva bisogno di qualcuno che lo facesse uscire dall’angolo. Dopo l’assoluzione Berlusconi ha parlato al telefono con numerosi esponenti politici e si è parlato di una possibile riunificazione con Alfano. Ora Berlusconi può ottenere qualcosa in più, anche se al di là di tutto il Cavaliere si è molto speso per il patto del Nazareno. Evidentemente ci deve essere qualcosa di segreto che non conosciamo, che fa sì che in questo momento sia Berlusconi quello che rispetta di più il patto.

 

(Pietro Vernizzi)