“Non voglio pensare a voti anticipati, ma solo ad andare avanti per condurre il Paese fuori dall’immobilismo”. E’ quanto afferma il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, in un’intervista uscita ieri su Repubblica. Riferendosi al dibattito in aula sul nuovo Senato, il ministro sottolinea: “Non abbiamo mai chiuso al dialogo. Però non possiamo cedere ai ricatti. Non siamo al giorno zero, abbiamo alle spalle un lavoro in commissione Affari costituzionali lungo 3 mesi e mezzo, fatto di accordi, mediazioni, miglioramenti. E siamo convinti che ci possa essere un ulteriore confronto anche in aula. Ottomila emendamenti fantasiosi, per così dire, sono un ricatto. Alle opposizioni chiedo di dare un segnale di buona volontà: ritirate gli emendamenti. Quelli di merito saranno oggetto di confronto politico, consentendo così ai cittadini di farsi un’opinione”. Abbiamo chiesto un’analisi a Ugo Finetti, condirettore di Critica sociale.



Che cosa ne pensa dell’ultimatum dettato dal ministro Boschi sulla riforma del Senato?

L’intervista del ministro Boschi tradisce una situazione di affanno. Le parole sono spavalde, ma il tono sembra tutt’altro che sereno. Le idee chiave dell’intervista sono le due negazioni, con cui si escludono la manovra correttiva e il voto anticipato. Quella del ministro Boschi è un’intervista da Prima Repubblica, quando si evocava un’ipotesi scartandola, ma di fatto rendendola reale.



Perché ritiene che le elezioni anticipate, che il ministro Boschi esclude, possono di fatto concretizzarsi?

L’asse Renzi-Berlusconi regge ma sembra essersi spostato dalle riforme istituzionali alle elezioni anticipate. Il patto del Nazareno si basava su due presupposti: un Senato in grado di approvare agevolmente la legge costituzionale e la subalternità del Cavaliere. Oggi le due situazioni smentiscono questa ipotesi originaria dell’alleanza che Renzi aveva impostato.

Che cosa è cambiato?

Da un lato il Parlamento rischia di essere una sorta di Vietnam, con una crisi di rigetto alle intese sia nell’ambito del centrodestra sia in quello del centrosinistra. Prendono consistenza due diaspore significative, sia nel Pd sia in Forza Italia, che mettono a rischio lo stesso esito del voto segreto. Dopo la sentenza di assoluzione inoltre, Berlusconi non è più così subalterno a Renzi ma comincia a prendere in considerazione la dissidenza che si è manifestata in Senato.



Il ministro Boschi esclude anche l’eventualità di una manovra. Lei che cosa ne pensa?

Per rispondere, dobbiamo tenere conto del fatto che il bonus da 80 euro non ha rilanciato i consumi come si pensava, ma ha fatto aumentare il debito pubblico. Questo espediente ha dunque fatto perdere credibilità all’Italia sulla scena europea. Il secondo fallimento riguarda la presidenza Ue, nel senso che Renzi aveva giocato tutta la sua partita sulla flessibilità. La richiesta di Renzi di mettere gli investimenti fuori bilancio è stata respinta, e quindi la flessibilità è una parola vuota.

 

A Renzi conviene davvero andare al voto anticipato?

Renzi va verso il voto anticipato perché cerca una via di fuga. Il ministro Boschi nella sua intervista ha detto che “le bugie hanno le gambe corte”, ma anche le furbizie del premier non ci hanno portato molto lontano. Renzi è molto abile sul piano mediatico, però continua a menare il can per l’aia. La crisi economica va affrontata, non si può andare avanti con il cretinismo giustizialista di chi afferma che la soluzione è nell’abbattimento dei costi della politica.

 

Eppure nella sua intervista il ministro Boschi rivela un quadro di riforme molto più ampio…

Il problema è che da Boschi a Padoan, il governo si sta rivelando profondamente inadeguato. Far credere che l’esperienza di un ministro sia un fatto negativo, rischia di far vivere il nostro Paese all’insegna dell’improvvisazione.

 

Il destino di questa legislatura è segnato?

Da un’asse Renzi-Berlusconi che volevano garantire l’agibilità del parlamento si va verso un’asse Renzi-Berlusconi che cominciano a intravvedere la via di fuga nel voto anticipato con la legge elettorale che esce dalla sentenza della Corte costituzionale. Il Consultellum consente di rinnovare profondamente i gruppi parlamentari, e in prospettiva dopo le elezioni ripropone l’intesa tra Renzi e Berlusconi. Bisogna però stare attenti perché il voto anticipato può essere letto anche come il risultato di un fallimento, che può rilanciare Lega nord e M5S.

 

Eppure il ministro Boschi dice di non essere più disposta a tollerare ricatti…

L’intervista del ministro Boschi che minaccia il voto anticipato, nella realtà rischia di essere l’espressione di una grande debolezza. Non so se Renzi abbia fatto una mossa felice facendo fare questa intervista alla Boschi. Il suo obiettivo era spaventare i suoi avversari politici, ma nella realtà leggendo l’intervista si ha l’impressione che la Boschi sia la prima a essere spaventata dalla prospettiva che va delineando.

 

(Pietro Vernizzi)