Dopo aver testato il parere degli italiani circa l’operato del governo sulla riforma del Senato, l’Istituto Demoscopico Lorien Consulting ha realizzato un sondaggio relativo alle intenzioni di voto. Le elezioni europee dello scorso 25 maggio hanno visto il trionfo di Matteo Renzi e del Partito Democratico e la sconfitta del Movimento 5 Stelle e di Beppe Grillo. Oggi, a circa un mese e mezzo dalla tornata elettorale europea, il Pd aumenta ulteriormente i suoi consensi salendo addirittura a quota 45%, dimensione che sa di “plebiscito”. Alle sue spalle, a distanza siderale, ecco il M5S, che cala al 18%. Rimane pressoché stabile Forza Italia: gli azzurri si attestono al 15.5%. Quarto posto per la Lega Nord: il Carroccio viene dato al 7%. La coalizione che riunisce Nuovo Centrodestra e Unione di Centro raccoglie il 4.5% delle intenzioni di voto. Alle sue spalle Sinistra Ecologia e Libertà (3.5%), Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale (3%), Italia dei Valori (0.5%) e Verdi (0.5%).



Le elezioni sembrano lontane, ma a circa un mese e mezzo dal voto europeo che ha consacrato Matteo Renzi e il Partito Democratico (scelto dal 40.8% degli italiani) gli istituti demoscopici italiani continuano a monitorare costantemente gli orientamenti dell’opinione pubblica italiana. Così, Lorien Consulting, con oggetto “il difficile dialogo sulle riforme”, ha realizzato un sondaggio servendosi di un campione rappresentativo della popolazione italiana, raccolto con interviste telefoniche (metodologia Cati). Il questionario si apre con la seguente domanda: “Lei si sent colpito personalmente dalla crisi economica?” Risposta affermativa per il 77% degli italiani, a fronte di un 20% che non si sente attaccato nelle proprie finanze. Sulla stessa lunghezza d’onda, viene domandato se nell’ultimo anno si è riusciti o meno a risparmiare parte del reddito guadagnato? Il 58% sostiene di aver consumato tutte le entrate, mentre il 24% dice di avercela fatta. Preoccupante, inoltre, quel 10% che dice di aver dovuto far ricorso ai risparmi accumulati e quel 6% che dichiara di essere ricorso a prestiti. Entrando invece nel merito delle riforme che l’esecutivo Renzi vuole portare avanti, il 54% degli intervistati ha un giudizio positivo sulla riforma del Senato voluta dal governo. E ancora, l’85% vuole un Palazzo Madama meno costoso, l’80% invoca una riduzione di almeno la metà dei suoi componenti, il 66% lo vorrebbe elettivo, mentre il 65% fa il tifo per una sua abolizione. È stato chiesto inoltre un giudizio sul incontro tra Renzi e la delegazione del Movimento 5 stelle: il 28% lo considera una mera operazione di facciata che non porterà a nulla, mentre il 25% lo considera come una svolta che potrebbe portare a una legge elettorale. Infine, il giudizio positivo sull’operato del governo Renzi tocca il 62%.



A oltre un mese dalle elezioni europee (domenica 25 maggio) che hanno visto il trionfo di Matteo Renzi e del Partito Democratico (40.8% dei voti) l’Istituto demoscopico Ipr Marketing ha realizzato un sondaggio per il Tg3 con oggetto le riforme dell’esecutivo. Prima di andare a vedere il sondaggio nel suo contenuto, sottolineiamo come lo stesso sia stato realizzato con metodo di campionamento (Panel Omnibus) stratificato di tipo proporzionale (raccolto con metodologia “Mobile Mobile Assisted Web Interview”e questionario strutturato). Iniziamo anzitutto con il dire che la fiducia in Matteo Renzi è al 57%, mentre quella nel governo è al 40%. Per quanto riguarda invece la fiducia negli alti leader politici, alle spalle del segretario del Pd ecco Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, appollaiati al 20%, Salvini (19%), Meloni e Grillo (17%) e, infine, Vendola (12%). Una domande del questionario chiede di esprimere un parere circa l’abolizione del Senato: il 54% degli interpellati si dichiara favorevole a una sua abolizione totale, mentre il 33% chiede una sua riforma (circa la sua struttura e le sue funzioni). Solo il 6% dice di volere che Palazzo Madama non subisca alcun cambiamento. E sempre in tema di Senato, il 56% lo vorrebbe elettivo con i componenti scelti direttamente dai cittadini, mentre il 29% predilige un organo non elettivo i cui componenti siano consiglieri regionali e sindaci. Altro tema caldo è quello dell’immunità per i senatori, che il 65% degli intervistati boccia a fronte di un 29% che si dichiara invece favorevole. Si cambia dunque ambito con un quesito sulla responsabilità civile dai magistrati invocata dal 63%, rispetto a un 33% che si dice contrario. Infine, ecco la domanda sui diritti civili: il 55% è favorevole per tutte le coppie etero e gay, mentre il 20% lo è solo per le coppie etero. Il 15% si dice invece contrario.



A quasi un mese e mezzo dalle elezioni europee del 25 maggio scorso, l’Istituto Piepoli ha realizzato per l’Ansa un nuovo sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani alla Camera dei deputati. Il Partito Democratico del premier Matteo Renzi si conferma prima forza del Paese con il 41,5% delle preferenze totali, in linea con la rilevazione effettuata sette giorni fa. Segue il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo al 21%, in calo di mezzo punto percentuale, mentre è stabile Forza Italia di Silvio Berlusconi che si conferma al 15,5%, stesso dato fatto registrare la scorsa settimana. Guadagna invece mezzo punto la Lega Nord, che passa dal 6 al 6,5%, mentre perde qualcosa anche il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano che si attesa al 4%, una percentuale più bassa dello 0,5% rispetto al sondaggio effettuato sette giorni fa. Stabile Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale al 4%, seguito da Sel al 2%. Il centrosinistra raggiunge quindi il 45% dei consensi totali, mentre il centrodestra non va oltre il 31%.