“L’Italicum ha dei caratteri di incostituzionalità. Noi vogliamo le preferenze e vogliamo discutere di questo. La nostra proposta è nei confini della Costituzione. Sulle riforme appoggeremo o non appoggeremo. Dipende delle proposte”. Sono le parole di Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, che ha commentato i risultati del nuovo incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Per Gianfranco Pasquino, professore di Scienza politica all’Università di Bologna, “è inutile cercare di speculare su che cosa ci sia dietro l’accordo tra Renzi e Berlusconi. Sotto l’accordo non c’è niente, anzi sotto il vestito niente”.



Ha ragione Grillo quando dice che l’Italicum è incostituzionale?

In linea di massima ci sono dei problemi di costituzionalità per quanto riguarda l’Italicum. Se la Corte costituzionale ha detto che le liste bloccate non vanno bene, anche se sono corte le liste dell’Italicum rimangono bloccate. Se la Corte costituzionale ha detto che c’è un problema di premio di maggioranza, non è che assegnandolo a chi ha ottenuto il 37% il problema sia risolto. Bisognerà trovare un’altra soluzione per quello che si presenta come un aspetto di incostituzionalità. Un altro problema di costituzionalità riguarda le troppe soglie previste per avere accesso ai seggi. Anche da questo punto di vista bisognerebbe semplificare. Grillo sta quindi ponendo un problema che probabilmente esiste.



Come si può modificare l’Italicum rispondendo ai problemi che pone Grillo?

La premessa è che io ritengo che l’Italicum dovrebbe essere buttato via. Se però lo si vuole salvare a tutti i costi, allora vanno introdotte almeno tre modifiche significative. Deve esserci un voto di preferenza, dimenticando che gli italiani nel 1991 hanno votato un referendum sulla preferenza unica. Il voto di preferenza spaccherebbe l’eccessivo potere dei dirigenti di partito nel nominare i loro parlamentari.

Quali sono le altre modifiche?

Bisogna passare a un’unica soglia per l’accesso ai voti, che deve essere chiara, semplice, comprensibile e nazionale: nessun partito avrà accesso ai seggi in Parlamento se non avrà ottenuto almeno il 5%. In terzo luogo il premio di maggioranza andrà assegnato con un ballottaggio tra le due liste più votate. Il ballottaggio cioè da eventuale diventa obbligatorio, perché in questo modo l’elettore potrà davvero dare il mandato a un governo al capo della lista che vince.



Che cosa c’è veramente dietro l’accordo tra Renzi e Berlusconi? Il Cavaliere sta cercando delle garanzie per Mediaset?

Dietro il Nazareno non c’è niente, è come sotto il vestito. C’è semplicemente il timore di Berlusconi di rimanere tagliato fuori per sempre. Purtroppo per lui però è già tagliato fuori. Il Cavaliere si aggrappa al fatto che comunque il Parlamento cambierà. Né il Senato né la legge elettorale saranno infatti come l’hanno decisi con il patto del Nazareno.

 

Chi sta cercando di dettare le condizioni, Renzi o Berlusconi?

Se lei torna a leggersi le tre proposte di legge elettorale che Renzi ha fatto all’inizio di gennaio, sono molto diverse dall’Italicum. Berlusconi e Verdini hanno inciso all’elaborazione dell’Italicum. Il punto che interessa sia a Renzi sia a Berlusconi, ma molto di più a Berlusconi che a Renzi, è la possibilità di nominare i parlamentari. Il Cavaliere sta perdendo il controllo sui suoi parlamentari, e quindi vuole essere sicuro del fatto che i prossimi li nomina tutti lui. Per il resto l’Italicum è un Porcellum appena ridefinito.

 

(Pietro Vernizzi)

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