La Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento che modifica il titolo V della Costituzione e riscrive l’articolo 117 che differenzia le competenze dello Stato e delle Regioni. In particolare, rispetto alla formulazione del governo che comunque è stata tutto sommato rispettata, emergono nuove materie che sono state tolte alla competenza statale e portate in capo alle Regioni, come quelle su “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche, in materia di servizi scolastici, istruzione e formazione professionale, promozione del diritto allo studio, anche universitario”. Alle Regioni è affidata anche la disciplina, “per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della valorizzazione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici”, ma anche la “valorizzazione e organizzazione regionale del turismo” e la “regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni finanziarie tra gli Enti territoriali della Regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali e locali di finanza pubblica”. Allo Stato, invece, sono state affidati altri ruoli come “coordinamento della finanza pubblica” e il “commercio con l’estero”, ma anche sull’immigrazione, sulla politica estera e rapporti internazionali dello Stato, sui rapporti dello Stato con l’Unione europea, il diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea. Come riporta Il Fatto Quotidiano, allo Stato spetteranno anche i rapporti con le confessioni religiose, “disposizioni generali e comuni” per la tutela della salute, per la sicurezza alimentare e per la tutela e sicurezza del lavoro; organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni e Città metropolitane e il “coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale”.