“Io sono stato al posto di Renzi e certi segnali li capisco benissimo. Credetemi questa somiglia sempre più all’estate del 2011. Alcuni poteri internazionali si stanno mettendo contro Renzi”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, che ha ribadito così il suo appoggio esterno a Renzi dopo che nei giorni scorsi gli aveva offerto di collaborare sui temi dell’economia. Per il Cavaliere, “Moody’s ha già sparato sul governo, poi ci sono gli ultimi articoli del Financial Times e del Wall Street Journal su Renzi. Alcuni poteri forti si stanno mettendo contro di lui”. Abbiamo chiesto una lettura di quanto sta avvenendo al sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi.
Berlusconi ha offerto a Renzi di collaborare sui temi economici. Questo aumenta o fa perdere consensi a Forza Italia?
Berlusconi è costretto a inseguire Renzi, per cercare di tenere un piede dentro, ma il presidente del Consiglio non ha nessun bisogno dei consigli del Cavaliere sull’economia. In questo caso è il leader del Pd a condurre il gioco, non Berlusconi. Renzi è integrato in un apparato che lo sostiene e che fa sì che Napolitano veda in lui la figura che può attuare quanto non è riuscito a chi lo ha preceduto. Il leader di Forza Italia invece non ha mai potuto avere quel “rapporto privilegiato” con il capo dello Stato, che Renzi ha anche grazie al fatto di provenire dalla sua stessa parte politica.
Renzi ha ancora il 40% con cui ha vinto le Europee?
Le elezioni europee sono una cosa, quelle politiche un’altra. Alle prime ciascuna lista corre da sola, alle seconde ci sono le alleanze. Inoltre il 40% non è andato a Renzi ma al Pd. Sarebbe stato ben diverso se ci fosse stata una sfida per la presidenza del Consiglio contro un candidato del centrodestra, contro il quale o si vince o si perde. Quel 40% al Pd è stato inoltre un voto pro-Europa, che esprime la posizione della maggioranza degli italiani. Più che i consensi del Pd, avrebbe quindi senso misurare la popolarità di Renzi.
Com’è la popolarità di Renzi in questo momento?
Renzi è ancora al di sopra del 50%, pur essendo sensibilmente calato rispetto a due mesi fa quando era in piena luna di miele con l’elettorato, mentre adesso la gente incomincia a fare i conti della serva. Lo ritengo un fatto fisiologico, poi bisognerà vedere se riuscirà a mantenere le promesse fatte. Il premier si è speso molto per la riforma del Senato, ma ciò che interessa agli elettori è la soluzione dei problemi economici.
L’elettorato di Berlusconi voterebbe ancora Forza Italia?
In primo luogo una quota significativa dell’elettorato di Berlusconi alle ultime elezioni ha votato Pd. Forza Italia comunque pur perdendo una parte del suo elettorato, continua ad avere il suo nocciolo duro del 18-20%. In campagna elettorale inoltre Berlusconi è sempre in grado di aumentare i voti nell’ultimo mese, per non parlare della sua capacità di inventarsi alleanze che portano altri consensi.
Insomma il Cavaliere ha ancora i sostenitori dalla sua parte?
Ciò che conta è che in questo momento non c’è una valida alternativa, né politica né come leader, e quindi per il momento Berlusconi resta al suo posto. Se poi dovesse arrivare un Renzi di centrodestra, il Cavaliere scomparirebbe in men che non si dica. Alfano però non ha rappresentato la novità sperata, i partiti di centro non sono mai stati capaci di emozionare, un ritorno di Fini varrebbe non più dell’1%, Passera è troppo intellettuale. Insomma nel centrodestra non c’è un leader giovane e popolare, e per guidare un grande partito bisogna essere come Renzi e Berlusconi, che sono capaci di parlare con la gente. Non per niente il premier in diversi momenti di comunicazione sembra Berlusconi, o comunque adotta lo stesso stile.
(Pietro Vernizzi)