Grande trattato di analisi sulla situazione internazionale apparso sul blog di Beppe Grillo. Il pezzo in questione è scritto da Alessandro Di Battista, deputato del M5S. Il cuore del ragionamento è: “Terrorismo, unica arma rimasta a chi si ribella”.
Vale la pena di seguire il ragionamento dell’onorevole. Riporto alcune parti significative.
La sconfitta del sunnita Saddam Hussein scatenò la popolazione sciita che covava da anni desideri di vendetta. Attentati alle reciproche moschee uccisero migliaia di persone. Da quel giorno in Iraq c’è l’inferno ma i responsabili fanno shopping sulla Fifth Avenue e vacanze alle Caiman. L’avanzata violenta, sanguinaria, feroce dell’Isis è soltanto l’ultimo atto di una guerra innescata dai partiti occidentali costretti a restituire i favori ottenuti dalle multinazionali degli armamenti durante le campagne elettorali. Comprare F35 mentre l’Italia muore di fame o bombardare un villaggio iracheno mettendo in prevenivo i “danni collaterali” sono azioni criminali che hanno la stessa matrice: il primato del profitto sulla politica.
Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. È triste ma è una realtà. Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche non violente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un’azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore. Compito difficile ma necessario, altrimenti non si farà altro che far crescere il fenomeno.
 Occorre legare indissolubilmente il terrorismo all’ingiustizia sociale. Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l’insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram? Il fatto che Gaza sia un lager ha a che fare con la scelta della lotta armata da parte di Hamas?
Troppi confini sono stati tracciati a tavolino con il righello dalle potenze coloniali del ‘900. L’obiettivo politico (parlo dell’obiettivo politico non delle assurde violenze commesse) dell’Isis, ovvero la messa in discussione di alcuni stati-nazione imposti dall’occidente dopo la I guerra mondiale ha una sua logica. Il processo di nascita di nuove realtà su base etnica è inarrestabile sia in Medio Oriente che in Europa. Bisogna prenderne atto e, assieme a tutti gli attori coinvolti, trovare nuove e coraggiose soluzioni
“.



E ancora:
L’Italia dovrebbe trattare il terrorismo come il cancro. Il cancro si combatte eliminandone le cause non occupandosi esclusivamente degli effetti. Altrimenti se da un lato riduci la mortalità relativa da un altro la crescita del numero di malati fa aumentare ogni anno i decessi. È logico! Vanno affrontate le cause. Si condanna in Nigeria Boko Haram ma si tace di fronte ai fenomeni di corruzione promossi da Eni che impoveriscono i nigeriani dando benzina alle lotte violente dei fondamentalisti“.
Con tutto il rispetto per le idee dell’onorevole, voglio segnalare l’impasto culturale, prima di tutto la cultura da Terza internazionale comunista, che definiva tutte le ingiustizie del mondo conseguenza degli interessi imperialistici del grande capitale. I compagni scoprirono poi che le potenze comuniste vendevano armi e si spartivano il mondo come il maledetto capitalismo.
Poi l’idea delle casematte egemoniche della sinistra intellettuale, che vedono Gaza ghetto generato dagli israeliani; la fame in Africa generata dai padroni delle miniere e delle coltivazioni da multinazionale; la caduta di Sadam Hussein un gioco degli americani per l’egemonia sul petrolio.
Infine il pensiero anarchico, che è nato prima del comunismo e che ha avuto sempre aspri scontri con il comunismo. L’anarchico non è ne di sinistra ne di destra, è contro il sistema, vuole mandare via tutti, eliminando il potere in quanto tale. Questo è Casaleggio, il teorico del M5S. Dal rigurgito di anarchismo viene l’idea del nostro onorevole sul terrorismo giustificato. Sono stati da sempre gli anarchici a generare terrorismo, consapevoli degli effetti devastanti che ne conseguono, persino cause di scatenamento della guerra.
Ma nel caso dell’Isis, il califfato islamico instaurato fra Siria ed Iraq, non siamo davanti al romantico attentatore dell’ottocento, siamo davanti al potere politico instaurato come dittatura religiosa, che condanna chi non si converte all’islam e uccide gli infedeli, costringe le donne alla infibulazione, e raccoglie da tutto il mondo i fanatici della guerra santa.
Secondo Di Battista l’Isis deve essere riconosciuto come stato e devono essere avviate trattative. Ma le trattative chi dovrebbe farle, se tutto il mondo è in mano ai potenti della Terra? E cosa si dovrebbe trattare? L’onorevole dice: si trattino i nuovi confini degli stati, e non dice una parola sui massacri e le grandi disumane ingiustizie commesse dai sostenitori del califfato.
Sfugge completamente al nostro onorevole il fatto che questo estremismo islamico dice apertamente: “voi amate la vita, noi amiamo la morte”. Questo è il pensiero che viene non dal fatto che ci sono i droni del nemico, ma dal fatto che questi islamici teorizzano una guerra a tutta la civiltà contemporanea, per un ritorno al califfato, ovvero al sistema di potere che esclude ogni forma di democrazia e che considera tutti gli esseri umani presenti sulla terra sudditi di un disegno deciso dal califfo, portavoce di Dio. Quale giustificazione puoi dare a questo sistema e al conseguente metodo terroristico di lotta?

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