“Farsi denunciare da Bossi è la mossa più azzeccata che Salvini potesse compiere. In questo modo il segretario federale della Lega nord rompe con il vecchio establishment leghista, fa il ‘cinque stelle’ della situazione e si candida a leader indiscusso di tutto il centrodestra”. E’ l’analisi di Gigi Moncalvo, ex direttore de La Padania, dopo che Umberto Bossi ha denunciato Matteo Salvini per il mancato pagamento del vitalizio da 400mila euro l’anno, che era stato concordato da entrambe le parti con una scrittura privata.



Moncalvo, qual è il significato politico di questo scontro tra Bossi e Salvini?

Quello tra Bossi e Salvini un conflitto più logico che politico. Il segretario federale sta facendo gli interessi della Lega, mentre il Senatur sta facendo i suoi interessi personali. Salvini riesce a portare alla luce in maniera comprensibile a tutti un problema che esiste. Pur di mettere da parte i 6 milioni che erano necessari alla Lega nord per la campagna elettorale, il segretario ha firmato questa carta con cui si impegna a dare a Bossi un vitalizio da 400mila euro l’anno.



Da che parte si schiererà la base della Lega nord?

Chiunque capisce che Bossi non ha bisogno di vitalizi perché percepisce già lo stipendio dalla Camera dei deputati, dove è risultato eletto grazie al fatto di essere stato messo in lista dalla Lega nord. E’ un fatto che la base comprende immediatamente, e quindi quest’ultima tiene per Salvini, non per Bossi, anzi è meravigliata per il fatto che Bossi si permetta di chiedere al partito 400mila euro per i fatti suoi. Il vero mistero è però un altro, e cioè il fatto che con lo stesso documento nel quale si assegnava a Bossi il vitalizio, l’avvocato difensore della Lega, Matteo Brigandì, abbia accettato di rinunciare a un suo credito da 6 milioni di euro senza nessuna contropartita.



Possibile che Brigandì non abbia chiesto nessun corrispettivo?

La mia ipotesi è che vi sia stato un accordo tra Brigandì e Bossi, per cui il primo ha rinunciato ai 6 milioni di euro e il secondo in cambio gli ha promesso che gli verserà i 400mila euro l’anno del vitalizio, o quantomeno una quota di quest’ultimo. Sarebbe strano il contrario, e cioè che un avvocato che dice di vantare un credito di 6 milioni di euro dalla Lega nord, poi rinunci per fare un favore a Bossi. Lo stesso Brigandì avrebbe dovuto ricordarsi del fatto che grazie alla Lega nord ha ottenuto un incarico al Csm ed è stato per anni deputato e senatore.

In questo momento qual è la strategia della Lega nord?

Da anni ritengo che la Lega nord non sia altro che una sottomarca di Forza Italia, un po’ come la Coca Zero rispetto alla Coca Cola. E’ questo il fenomeno che si è originato dal documento firmato da Bossi e Berlusconi nel dicembre 2000. Da allora il Carroccio si trova ad avere le mani libere solo in occasione delle elezioni amministrative.

 

Salvini sta imprimendo una nuova direzione al partito?

Lo stesso Salvini oggi non ha alternative. Ad attaccare i vu cumprà e l’immigrazione clandestina ci pensa Alfano, e a portare avanti le campagne tipiche della Lega c’è Il Giornale di Paolo Berlusconi. Salvini però ha dalla sua i sondaggi che lo danno al secondo posto dopo Renzi tra i politici nei cui confronti gli italiani hanno più fiducia. A ciò si aggiunga che il centrodestra non ha un leader, e si comprende che Salvini se si gioca bene le sue carte può anche ambire al ruolo di leader del centrodestra. Forza Italia non ha mai cresciuto nessun giovane che potesse dare ombra a Berlusconi.

 

Bossi riuscirà a sbarrare la strada a Salvini?

Tutt’altro. Questa mossa di farsi denunciare da Bossi è molto azzeccata, perché così Salvini rompe con un certo establishment e fa un po’ il “cinque stelle” della situazione. Salvini sta giocando una grande partita, bisognerà vedere se il partito gli andrà dietro e fino a che punto Berlusconi lo appoggerà. Dal modo con cui Il Giornale e le reti Mediaset parlano di Salvini, si comprende che il Cavaliere non lo considera un nemico o un avversario, bensì una personalità da tenere in grande considerazione. L’unico limite di Salvini è che un nuovo leader di centrodestra esiste già, e si chiama Matteo Renzi.

 

(Pietro Vernizzi)