Pochi minuti fa è stato pubblicato un nuovo post sul blog di Beppe Grillo: il lungo articolo, intitolato “Il Terrorista”, porta la firma di Aldo Giannuli, storico e saggista vicino al Movimento 5 Stelle. Nel suo pezzo Giannuli difese Alessandro Di Battista, finito nell’occhio del ciclone nei giorni scorso per dichiarazioni rivedibili circa l’Isis, sostenendo che “il terrorismo, purtroppo, è rimasta l’unica arma ai ribelli per difendersi” (qui la notizia e quil’approfondimento). Ecco dunque cosa scrive Giannulli: “Avendo letto due volte il pezzo di Di Battista mi sono reso conto che ci sono molte forzature in queste reazioni basate spesso su estrapolazioni di frasi dal loro contesto. A proposito del terrorismo, Di Battista dice chiaramente che non lo ‘giustifica’ e manifesta apertamente la propria preferenza per le forme di lotta non violente. Si limita a dire che si può ‘capire’ chi, avendo visto il suo villaggio e la sua famiglia sterminate dai droni anmericani, poi reagisce facendosi saltare in una metropolitana e facendo così una strage. Quel ‘capire’ non sta per “approvare”(e lui dice chiaramente di non condividere questa scelta), ma è un modo per dire che certe reazioni sono il risultato di una logica di guerra come quella condotta dagli Usa” E ancora: “Il sugo politico è altro ed è così sintetizzabile: a) occorre riconsiderare le ragioni della tempesta che investe il Mo a cominciare dal modo in cui venne spartito l’Impero Ottomano; b) la strategia antiterrorista americana è fallita; c) bisogna arrivare ad una conferenza di pace che metta al tavolo delle trattative Usa, Urss, Alba, Lega Islamica ed i principali paesi dell’area e d) occorre aprire un confronto con “i terroristi” (l’Isis) capendone la logica politica ed aprendo un confronto con essi. Dopo aver snocciolato punto dopo punto, e aver espresso le sue opinioni in merito – anche divergenti rispetto al deputato M5S –  chiosa: “Qui invece nessuno delle altre forze politiche si è sentito in obbligo di entrare nel merito delle questioni, ritenendo del tutto sufficiente il solito linciaggio del grillino per una frase o una parola. Il che fa capire come la politica estera sia una cosa troppo seria per farla trattare a questa classe politica.” 



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