“La povertà e la violenza che caratterizzano le periferie del mondo non sono tante volte diverse dai mali che affliggono le periferie delle città. Unire le forze per superare la distinzione tra centro e periferie può essere un modo per dire basta a fenomeni di abbandono e di degrado umano”. E’ la riflessione di Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, che commenta così il titolo del Meeting di Rimini, “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”. Oggi Pisapia, che aveva già partecipato al Meeting nel 2007 quando non era ancora sindaco, interverrà a un incontro dal titolo “Quale città per il nostro futuro?”, moderato dal professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà.



Sindaco Pisapia, come vede il futuro di Milano nell’ottica della città metropolitana?

La città metropolitana sarà una nuova realtà complessa, più efficiente, più vicina ai cittadini, dove non ci saranno più un centro e una periferia. Milano sarà diviso in vere e proprie municipalità con poteri decisionali molto ampi e non limitati come gli attuali consigli di zona. Negli altri Paesi del mondo, dove la città metropolitana si è affermata c’è stato, chiaramente dopo un certo periodo di tempo, uno sviluppo economico che ha portato maggiore lavoro, solidarietà, e soprattutto maggiore capacità di integrazione nei rapporti tra pubblico, privato, profit, no profit e associazionismo. In questo contesto la città metropolitana dovrà avere sempre di più un compito di organizzatore e di facilitatore di azione tra tutte le realtà sociali che la compongono.



Perché quest’anno ha deciso di accettare l’invito del Meeting di Rimini?

Ho già partecipato al Meeting di Rimini nel 2007, e credo che sia un luogo importante di dibattito e confronto tra soggetti e realtà che hanno una provenienza culturale e politica diversa, ma che hanno lo stesso obiettivo: il raggiungimento di una modalità di amministrare la giustizia e il territorio come bene comune. Anche di recente, presentando a Milano il libro di Alberto Savorana, “Vita di don Giussani”, insieme a esponenti di Comunione e liberazione mi sono reso conto della volontà di trovare un punto di incontro su obiettivi comuni che è essenziale soprattutto in un momento di crisi. La capacità di dialogare tra persone con identità diverse, che mi aveva colpito la prima volta che mi ero recato al Meeting di Rimini, è proprio ciò che sto cercando di realizzare anche nella mia città.



Che cosa significa per lei il titolo del Meeting di quest’anno, “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”?

Le periferie del mondo e delle città sono il luogo dove oggi si accumulano le maggiori tensioni, povertà e purtroppo anche violenza. Mettere insieme le esperienze di sindaci che stanno cercando di superare questo concetto stesso di periferia, è proprio un modo per sviluppare il tema del Meeting di quest’anno. Unire le forze per superare l’esistenza stessa del centro e delle periferie all’interno delle città può essere anche utile per incidere sul fatto che ci siano sempre meno luoghi del mondo caratterizzati dall’abbandono e dove avvengono fatti che non dovrebbero mai più accadere.

 

Passiamo alla politica. Per lei qual è il bilancio delle azioni del governo Renzi?

Bisogna considerare che i bilanci si possono valutare solo dopo un certo periodo di tempo. Ci sono state però delle prese di posizione coraggiose, come quella sulla pubblica amministrazione. Apprezzo in particolare la volontà di eliminare il bicameralismo perfetto, anche se non ne condivido poi completamente l’esito finale, in modo da rendere più veloce e più chiaro l’iter legislativo e quindi anche più efficiente il rapporto tra cittadini e istituzioni per semplificare la vita alle persone. Il problema sarà vedere se rispetto agli annunci si arriverà in tempi ragionevolmente brevi a vedere anche gli effetti delle riforme. Da parte del governo Renzi c’è quindi grande coraggio e determinazione, le proposte sono in parte condivisibili, ma comunque rivoluzionarie dal punto di vista degli impegni. Ora bisognerà vedere se gli impegni saranno mantenuti.

 

Infine come vede l’autunno per quanto riguarda le grandi riforme, a partire dalla giustizia?

Non possiamo perdere altro tempo. Una vera e complessiva riforma della giustizia non è più procrastinabile. Il ministro Orlando è determinato e si sta muovendo bene e può riuscire a fare quello che molti hanno tentato senza riuscirvi, superando le resistente. È giusto che si parta dalla giustizia civile, ma che si intervenga anche su quella penale, sul Csm e sull’efficienza dei tribunali e soprattutto sui tempi della giustizia, ma non a scapito delle garanzie. Da parte del Governo c’è la forte volontà di portare avanti queste riforme cercando il giusto equilibrio tra proposte diverse, ascoltando tutti ma avendo poi il coraggio di fare scelte che possono anche trovare resistenze, ma sono indispensabili per dare una svolta alla nostra giustizia e quindi al nostro Paese.

 

(Pietro Vernizzi)

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