Flavio Tosi, sindaco di Verona e candidato alle primarie del centrodestra, oggi parlerà al Meeting di Rimini nel corso dell’incontro “Quale città per il nostro futuro?”, cui parteciperanno anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella e di Milano, Giuliano Pisapia. Un’occasione per fare il punto su temi come l’azione del governo Renzi, la crisi economica, l’immigrazione e il futuro del centrodestra.



Sindaco Tosi, qual è per lei il bilancio di questi primi sei mesi dell’attuale esecutivo?

Purtroppo è estremamente deludente. Al Paese servono sostanzialmente due cose: la riduzione della spesa pubblica e la sburocratizzazione. Su questo il governo Renzi non ha fatto niente, mentre si è accanito sulla riforma del Senato. La conseguenza è che le imprese incominciano a perdere la fiducia, e dopo avere inizialmente preso posizione a favore di Renzi cominciano a essere deluse.



Fatta questa premessa, come vede lo scenario politico nazionale?

Lo scenario politico è bloccato. Renzi in questo momento potrebbe fare quello che vuole, ma ha dei problemi all’interno della sua maggioranza. Dall’altra parte il centrodestra è in letargo, perché Berlusconi finge di stare all’opposizione ma di fatto sta in maggioranza. Con la sua linea il Cavaliere sta lentamente soffocando il suo stesso schieramento.

Come vede l’autunno sul versante della crisi economica?

La crisi economica andrà solo peggio, altre imprese chiuderanno e la pressione fiscale aumenterà. Per ridurre le tasse del resto è indispensabile che diminuisca la spesa pubblica. Dal momento che tutto ciò non è stato fatto, la prospettiva è pessimistica e si avvicina sempre di più lo scenario in cui si concretizzerà un intervento diretto dell’Ue anche in Italia, o in modo traumatico come è avvenuto in Grecia oppure con una cessione di sovranità dei singoli Stati all’Europa in modo che quest’ultima attui le riforme.



Lei ha sempre intenzione di candidarsi come leader del centrodestra?

Sì, aspetto le primarie che ritengo ineluttabili, anche se il problema è quando arriveranno. Berlusconi sta portando Forza Italia a un inesorabile declino e sta realizzando un attacco al centrodestra. Finché c’è il Cavaliere è difficile ripartire, è però solo una questione di tempo e prima o poi la situazione si sbloccherà anche per un fatto generazionale. E’ chiaro che a Matteo Renzi che ha 39 anni non si può contrapporre Berlusconi che ne ha il doppio. E quindi quando arriveranno le primarie ci sarò anch’io.

Quali sono i problemi culturali ed economici posti dall’immigrazione?

Al Nord l’immigrazione è pari al 10% della popolazione e a Verona si sfiora il 15%. I problemi culturali legati a questo fenomeno sono stati però affrontati dal nostro Paese che è riuscito a trovare un buon equilibrio. Fino a qualche anno fa non abbiamo avuto grandi problemi di integrazione, grazie anche al fatto che eravamo preparati in quanto l’Italia è stata una terra di emigrazione per numerosi decenni. Al Centro-Nord c’è stata un’integrazione positiva di un numero molto alto di stranieri in pochi anni.

 

Lei interverrà al Meeting in un incontro dal titolo “Quale città per il nostro futuro?”. Come vede la sua città e quali sono le criticità che incontra?

Grazie ai meriti degli imprenditori locali, Verona è forte in alcuni settori che soffrono meno la crisi: il turismo, che è in crescita, l’agroalimentare e il vitivinicolo, che stanno tenendo bene. La crisi del manifatturiero quindi a Verona incide un po’ meno che altrove, anche se scontiamo le conseguenze di una situazione generale che è tutt’altro che positiva.

 

Il titolo del Meeting di quest’anno è “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il Destino non ha lasciato solo l’uomo”. Per lei che cosa vuol dire?

Nei momenti di grande difficoltà nazionale e internazionale, ciò che occorre è tornare ai valori cristiani che sono gli unici in grado di tenere insieme la società e a evitare che il sistema esploda o si sgretoli. Aggrappandosi e facendo forza su quei valori, si riescono a evitare tensioni sociali, a fare in modo che si affermi una solidarietà tra le popolazioni e quindi forse anche ad affrontare e a vincere un momento come questo che è di una difficoltà estrema.

 

(Pietro Vernizzi)

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